Come vivere il viaggio in attesa di compierlo. Le riflessioni di una viaggiatrice
Spirito di adattamento e di avventura sono alcune delle doti che contraddistinguono un vero viaggiatore. Nonostante la momentanea emergenza che tutto il mondo sta vivendo, la curiosità ed il desiderio di scoperta non si fermano. Prendete nota di tutti i luoghi che vi incuriosiscono, sfogliate le guide di viaggio Marco Polo e pianificate in dettaglio il vostro prossimo viaggio!
Vi sarà capitato spesso di dover gestire un problema più o meno grave in un paese straniero o di dover posticipare un viaggio per necessità di budget. Un viaggiatore sa che affrontare situazioni di cambiamento ed adattarsi ad un imprevisto non sono sfide impossibili, ma anzi occasioni di crescita ed opportunità.
Chi non ricorda quella volta in cui una modifica al proprio programma di viaggio ha portato ad un incontro arricchente o alla visita di un luogo sottovalutato? Un viaggiatore conosce il valore dell’attesa e della pazienza: immaginate tutte le volte in cui avete aspettato di compiere “quel” viaggio e tutti quei momenti in fila al gate di un aeroporto, alla fermata di un autobus o all’ingresso di un museo.
Sin da bambina nutro una fortissima passione per i viaggi, impossibile da nascondere, e che si manifesta anche attraverso varie carte geografiche appese sulle pareti di casa. Fra i riti che ho istituito in questa quarantena c’è anche quello di dedicarmi all’osservazione del mappamondo, sognare i posti che vorrei visitare, aggiornare di continuo la lista dei luoghi che vorrei visitare.
Continuo a nutrirmi di viaggi e stimolo la curiosità sfogliando riviste specializzate, come Traveller, o libri come l’Atlante delle Avventure di Lonely Planet. Sui social cerco gli account ufficiali delle destinazioni e, osservando le fotografie ed i contenuti dei post, appunto sul mio taccuino tutti i consigli e le esperienze imperdibili di quel determinato Paese. In questo modo il mio desiderio di avventura non si arresta, anzi aumenta. Stimolo la curiosità e l’interesse verso una determinata cultura, approfondisco la conoscenza di un territorio. Perché ogni viaggio, si sa, inizia con la sua pianificazione.
Per questa primavera avevo programmato di percorrere a piedi alcune tappe della Via Francigena. Perché? Ho camminato diverse volte su lunghe distanze, come ho raccontato anche qui, e mi piace connettermi in maniera profonda con la natura. Mi piace condurre il ritmo dei passi verso una sempre maggiore opportunità di consapevolezza, una via autentica e sostenibile per conoscere e osservare il territorio. Così ho organizzato in dettaglio questo viaggio, studiato l’itinerario e stilato la lista delle cose da mettere nello zaino.
Connessa al sito ufficiale www.viefrancigene.org ho pianificato il percorso in base al tempo a disposizione e al numero di km da percorrere ogni giorno. Chi si mette in cammino, oltre ad un buon allenamento fisico, parte soprattutto con una mente pronta ad affrontare situazioni non confortevoli.
Attraverso esercizi casalinghi sto cercando di mantenere la potenza delle mie gambe, abituate a macinare circa 12 km al giorno; quanto all’allenamento mentale parto avvantaggiata perché, grazie alle esperienze passate, so già a cosa vado incontro. Fra dolori muscolari, intemperie, freddo o caldo, un altro aspetto fondamentale è la scelta delle strutture: è essenziale, dopo ore di cammino, trovare luoghi puliti e sicuri che possano accogliervi con una doccia calda, una cucina per preparare i pasti e un letto su cui riposare. È fondamentale quindi assicurarsi che le strutture siano aperte, non lontane dal centro del paese e controllare sui vari siti le recensioni dei viaggiatori.
Appuntate sul mio taccuino di viaggio ci sono le tappe che vorrei percorrere, a seconda del tempo che avrò a disposizione. Al momento della pianificazione è stato forte il richiamo delle colline fra bassa Toscana e Lazio settentrionale e così il mio itinerario attuale comprende almeno quattro tappe: da Siena a Ponte d’Arbia, per continuare da San Quirico a Radicofani e infine giungere ad Acquapendente. Ma lascio spazio alla possibilità di continuare e chissà, arrivare sino al Lago di Bolsena o perché no, oltrepassare Viterbo ed avvicinarmi sempre più a Roma!
Un itinerario senza dubbio impegnativo, ma da cui mi aspetto un tripudio di colori, profumi e sensazioni. La scenografia perfetta per un’esperienza intensa: distendere lo sguardo all’orizzonte, con la luce che cambia nei diversi momenti della giornata, sporcarmi con la polvere mentre attraverso strade bianche circondate da filari ordinati di cipressi, vigneti e le colline della Val d’Orcia. E ancora, scorgere da lontano il Monte Amiata e rievocare i giorni trascorsi lì, scoprire antichi villaggi e borghi storici come Bagno Vignoni e Radicofani. A piedi attraverso paesaggi che testimoniano la storia e la cultura del mio Paese. Un viaggio che al momento è stato solo rimandato, perché non vedo l’ora di farmi accogliere dalle meraviglie della nostra terra.