Un giro tra i villaggi e i borghi più suggestivi di Maiorca
Oltre alle meravigliose spiagge e al mare turchese, presi d’assalto da frotte di turisti specialmente in estate, l’isola di Maiorca ha tantissimo da offrire, con il suo entroterra costellato da villaggi autentici, borghi e cittadine storiche dove tradizioni religiose e folklore, storia e cultura vengono fedelmente tramandati, valorizzati e protetti. La più grande delle Baleari, del resto, è una meta ideale in tutte le stagioni. Una volta atterrati a Palma de Maiorca, il bellissimo capoluogo che merita un approfondimento a parte, il noleggio di un’automobile o uno scooter vi consentirà di esplorare l’isola in piena autonomia.
A disegnare il profilo della costa nord-occidentale di Maiorca sono le montagne calcaree della Serra de Tramuntana, Patrimonio Unesco, con oltre cinquanta vette alte più di mille metri che digradano verso il mare. È in questo entroterra così suggestivo che si trovano alcuni dei villaggi più belli di Maiorca. Per esempio Valldemossa, con le sue stradine che conducono a punti panoramici sulla valle e le colline circostanti; è famosa per aver dato i natali alla santa cinquecentesca Caterina Tomás, di cui si trovano numerosi riferimenti nel paese, e per la Real Cartuja de Valldemossa. Questa antica residenza reale del Trecento, divenuta poi monastero dell’ordine religioso dei Certosini, è oggi aperto al pubblico: potrete ammirare il palazzo, la chiesa, le celle dove per circa quattrocento anni abitarono i monaci, una collezione d’arte, i giardini e le terrazze da cui si gode di una vista spettacolare.
In mezz’oretta di auto lungo la panoramica Ma10 si raggiunge il villaggio di Deià, situato anch’esso in uno scenario incantevole, circondato da ripidi pendii terrazzati con orti, frutteti e uliveti; a pochi chilometri si trova la frequentatissima Cala Deià, una piccola baia di scogli e ciottoli dove potrete fare il bagno anche fuori stagione. È poi d’obbligo fare una deviazione verso nord, in direzione del mare. Una lunga successione di stretti tornanti porta infatti a Sa Calobra: percorrendo un breve sentiero attraverso un tunnel scavato nella roccia ci si trova alla foce del torrente de Pareis che, fra alti canyon, ha creato una spiaggia di ciottoli di straordinario fascino, soprattutto con i colori del tramonto (va messo in conto, tuttavia, che al ritorno dovrete affrontare al buio le insidiose curve).
Fra i centri della parte settentrionale di Maiorca spiccano Pollença, ad ovest, e Artà, ad est. Case in pietra bianca, l’imponente chiesa di Nostra Senyora dels Àngels che affaccia sulla grande Plaça Major e botteghe artigiane dove acquistare qualche souvenir: Pollença è un vero incanto. Passeggiando per le vie del centro noterete una lunga scalinata panoramica: si tratta del Calvari, 365 gradini – uno per ogni giorno dell'anno – che evocano le sofferenze che, secondo i Vangeli, Gesù patì quando fu crocifisso sul Golgota.
Situata nell’entroterra orientale, anche Artà conserva una forte impronta religiosa per la presenza del Santuario di Sant Salvador, un luogo di pellegrinaggio fortificato che domina la cittadina. Il complesso, edificato nel XIV secolo, venne ricostruito nel corso dell’Ottocento.
La parte orientale di Maiorca è sicuramente quella più nota per le calette e gli ampi litorali che attirano turisti da ogni parte d’Europa. L’interno, però, è altrettanto capace di regalare esperienze indimenticabili. Gli appassionati di tennis, per cominciare, non si faranno certo sfuggire la cittadina di Manacor, la terza dell’isola per dimensioni: qui è nato Rafael Nadal. Nel centro storico sorge la Torre dels Enagistes, elemento di raccordo tra l'architettura rurale signorile maiorchina del XIV secolo e quella catalana. In una parte di questa struttura ha attualmente sede il Museo Storico di Manacor: quattro sale espositive che trattano la preistoria, l’epoca romana, i primi secoli del cristianesimo e il periodo islamico.
A sud-est, Felanitx è famosa per le ceramiche, prodotte qui sin dal III secolo a.C.; più tardi, i fertili terreni intorno alla cittadina favorirono la coltivazione della vite. Nel territorio di Felanitx, a cinquecento metri sul livello del mare, si trova il Puig de Salvador, con il Santuario della Mare de Déu de Sant Salvador, un monastero che risale alla metà del XIV secolo, gli anni terribili della Peste nera, quando si credeva che l’altitudine avesse la facoltà di scongiurare il contagio.