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Verso la Passione di Sordevolo: 10 motivi per non mancare l'appuntamento e scoprire il Biellese

Paolo Giuseppe Alessio

Paolo Giuseppe Alessio

I preparativi sono già iniziati e tutto il paese di Sordevolo, circa 1400 persone legatissime al proprio territorio, è impegnato nell'allestimento della Passione, il grande evento di teatro popolare che ogni cinque anni mette in scena le ultime ore della vita di Gesù. In questo articolo vi raccontiamo perché è bello assistere alla rappresentazione e quali sono le esperienze da vivere nel territorio. Ne abbiamo scelte 10, quelle che ci hanno colpito maggiormente, ma il consiglio come sempre è di verificare di persona: vi accorgerete che Sordevolo e il Biellese sono un caleidoscopio di luminose idee e di opportunità. 

Un momento della Passione di Sordevolo. Credits Foto Perini Biella
Un momento della Passione di Sordevolo. Credits Foto Perini Biella
La Passione di Sordevolo: un grande teatro di paese

L'appuntamento con i primi spettacoli è per il 18 giugno e si andrà avanti fino al 25 settembre, ma il consiglio è di non esitare e di aggiudicarvi subito il biglietto: sì, perché la Passione di Sordevolo scatena una bella forma di entusiasmo collettivo. Non solo tra gli abitanti del paese biellese tra la Valle dell'Elvo e il Mucrone: per assistere a questa forma quasi unica di teatro popolare, infatti, accorrono spettatori da tutto il mondo.

Comprensibile, perché nei 4000 mq dell'Anfiteatro che accoglie lo spettacolo va in scena un esempio corale di teatro sacro, con circa 400 attori e momenti quasi da kolossal hollywoodiano, come quando Ponzio Pilato entra in scena in carro falcato. Tutto questo, è bello ricordarlo, grazie all'impegno di una comunità e con interpreti non professionisti, ma dotati di un'innata (e forse ereditaria!) vocazione per il teatro e le scene. Sul sito ufficiale della Passione di Sordevolo è già possibile acquistare i biglietti per tutta la stagione.

Per approfondire la storia della Passione e delle sue rappresentazioni, visitate il Museo allestito in via permanente nel Coro e nella Sacrestia della seicentesca Chiesa di S. Marta. 

Uno dei cataloghi storici conservati a Palazzo Vercellone
Uno dei cataloghi storici conservati a Palazzo Vercellone
Un bel pezzo di storia da tutelare

La fortuna di Sordevolo, come quella di Biella e del suo territorio, è profondamente legata all'industria tessile, che da queste parti è fiorita e ha raggiunto livelli di eccellenza grazie alla conformazione del territorio, all'intraprendenza degli imprenditori locali e alla qualità eccezionale dell'acqua dei fiumi (a Sordevolo scorre l'Elvo), che non viene utilizzata solo come fonte di energia, ma è essenziale anche nel conferire purezza e morbidezza ai filati. Nel territorio si trovano molte realtà d'eccellenza, ma per comprendere, vedere da vicino ed emozionarsi di fronte a memorabilia del passato il consiglio è visitare le sale di Palazzo Vercellone, oggi sede del Comune e di un accurato archivio storico. La ricca collezione di campionari tessili, con stoffe prodotte da aziende del Biellese nell'età aurea dell'Ottocento, è un'emozionante viaggio nella storia del costume e del nostro patrimonio industriale.

Prospettiva del Santuario di Oropa
Prospettiva del Santuario di Oropa
Oropa, sotto il manto della Madonna Nera

Ogni luogo ha il suo nume tutelare e per i biellesi è sicuramente lei, la Madonna Nera di Oropa. Tutto il complesso architettonico del Santuario merita una visita, con il Sacro Monte tutelato dall'Unesco e le ottime strutture ricettive (dai ristoranti alle camere per la notte). La grande protagonista, però, è da sempre la Vergine scolpita nel legno di cedro e dipinta di nero, che in questi giorni potete ammirare avvolta da un prezioso manto devozionale realizzato con 15.000 pezzi di stoffa donati dai fedeli per la cerimonia di incoronazione del 2021.

Scendendo a Graglia dalla fonte Lauretana
Scendendo a Graglia dalla fonte Lauretana
L'acqua più leggera d'Europa

Prima abbiamo accennato alla qualità dell'acqua nel Biellese. Questa peculiarità non porta benefici soltanto al settore tessile, ma anche all'organismo di chi la beve. Lo sa benissimo chi vende e fa conoscere in tutto il mondo l'Acqua Lauretana: lo stabilimento che la imbottiglia alla fonte in frazione Campiglie sopra Graglia è giustamente fiero del valore record del residuo fisso (14 mg/l). Provatela: vi darà una sensazione decisamente 'light', ma duratura. 

Il Santuario di Graglia
Il Santuario di Graglia
Santuario di Graglia: un antidoto alla frenesia del vivere

Alle pendici del Mombarone, sorge il Santuario di Graglia, una tappa da non perdere per almeno due motivi. Il primo è spirituale, legato al culto della Madonna Lauretana, una splendida statua di pioppo scuro della Vergine e del Bambino custodita qui dal Seicento. Il secondo è turistico, perché all'interno del Santuario potrete soggiornare e vincere la frenesia della vita quotidiana in camere confortevoli, alcune dotate di angolo cottura, utili se non vorrete consumare i pasti nell'ottimo ristorante del complesso. Intorno a Graglia, poi, non mancano le possibilità per dedicarsi alle attività all'aperto, tra mountain bike, escursioni, sci, canyoning e vie ferrate.

L'Oratorio di San Grato
L'Oratorio di San Grato
San Grato: spiritualità e letteratura

Alla fine degli anni Venti del Novecento, mentre in Italia il regime fascista si faceva più duro, sopra Sordevolo a Villa Cernigliaro iniziò a riunirsi il Collettivo spirituale e morale composto da Augusto Monti, Leone Ginzburg, Norberto Bobbio, Cesare Pavese e Franco Antonicelli, ispiratore principale del gruppo. Con amici quali Benedetto Croce e Luigi Einaudi, era il meglio della cultura liberale dell'epoca. Il gruppo, oltre a frequentare la villa, oggi sede del Parco Letterario ® Franco Antonicelli, amava ritrovarsi all'Oratorio di San Grato, in splendida posizione sopra un colle dal quale si gode la vista della pianura biellese, della valle Elvo e delle cime del Mombarone e del Mucrone. Una fotografia piuttosto celebre ritrae Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Franco Antonicelli e Carlo Frassinelli, tutte figure chiave della cultura italiana di quel periodo, seduti sul muretto di fronte all'Oratorio. Le glorie letterarie di San Grato non finiscono qui: un'epigrafe ricorda la sosta all'oratorio del librettista Giuseppe Giacosa e del poeta Premio Nobel Giosuè Carducci. 

Al MeBo di Biella
Al MeBo di Biella
Birra, formaggio e creatività sfrenata

Scendendo a Biella, una tappa d'obbligo nel segno della tradizione gastronomica e di un sano edonismo è la visita al Mebo - Museo della birra e del formaggio. Dedicato alla storia del birrificio Menabrea, il più antico tra quelli attivi in Italia, e dell'attiguo caseificio Botalla, è un'ode ai sapori e alla storia del territorio. Prendete una bottiglia di birra, per esempio: avete mai pensato quanta ingegnosità ci sia dietro ai metodi di chiusura? Un semplice tappo può essere un capolavoro di ingegneria, come vi spiegheranno al museo. 

Il talento e la creatività biellesi, naturalmente, non riguardano solo il passato, anzi, sono in pieno fermento. Scopritelo provando la cucina e le pizze del Mov-Ing, ristorante e atelier nel quale Paolo Barichello unisce genialità scultorea e abilità ai fornelli. 

Biella, salita al Piazzo in funicolare
Biella, salita al Piazzo in funicolare
Biella, una salita al Piazzo

Se siete sensibili alle atmosfere delle città sorte tra Medioevo e Rinascimento, fate un salto al Piazzo, la 'acropoli' di Biella, raggiungibile a piedi, con una suggestiva funicolare o in automobile. Sulla scenografica e armonica Piazza Cisterna si affacciano alcuni dei palazzi più belli della città, come Palazzo dal Pozzo della Cisterna, ma tutta l'area è ricca di scorci e abitazioni nobiliari, come lo splendido Palazzo La Marmora, il cui nucleo originario risale al Cinquecento. Venire quassù è fondamentale per capire che oltre alla nobile tradizione tessile Biella custodisce un prestigioso (e altrettanto nobile!) passato urbanistico.

La fioritura dei rododendri alla Burcina
La fioritura dei rododendri alla Burcina
Parco della Burcina: ode ai rododendri

Non lontano da Sordevolo, tra Biella e Pollone si apre il Parco della Burcina, un’oasi verde perfetta per una scampagnata. Si sale per la collina voluta da Giovanni Piacenza, industriale (guarda caso) della lana. L’ascesa ha qualcosa di mistico, tra alberi d’alto fusto e specie botaniche provenienti da ogni luogo del pianeta: assomiglia a un’iniziazione al regno di madre natura. Preparatevi a incontrare alcuni giganti, come le sequoie, e a restare a bocca aperta per la fioritura della Conca dei rododendri tra fine maggio e inizio giugno.

L'Oasi Zegna in autunno. Credits Federicoamato73 / Wiki CC
L'Oasi Zegna in autunno. Credits Federicoamato73 / Wiki CC
Oasi e Panoramica Zegna: dal sogno di un magnate

Ci sono luoghi magici nei quali il piacere di guidare incontra l'amore per la natura e la possibilità di vivere uno scenario grandioso. Questa esperienza ci porta un po' lontano da Sordevolo, ma si resta pur sempre nel Biellese, per cui se non avete tempi troppo stretti vi consigliamo di non perderla. Parliamo della strada nota come Panoramica Zegna, che collega Villanova Biellese a Cossato con 44 chilometri di bellezza e tocca l'Oasi Naturalistica Zegna (paradiso verde che come la strada deve il nome al celebre imprenditore tessile Ermenegildo Zegna). Guidate con calma, ammirate il panorama: quando il Monte Rosa e il Monviso si manifesteranno, vi sembrerà di essere vicino al grande spirito della montagna!

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