In viaggio con i bambini: le migliori regole da seguire
In questo articolo vi racconterò come coinvolgere i bambini prima della partenza, ma anche che cosa rispondere a chi dichiara che non ha senso viaggiare con bambini piccoli, perché “tanto non si ricorderanno nulla”.
Il primo segreto che vi svelo, per fare in modo che il viaggio sia una bella esperienza per tutti, è di coinvolgere e incuriosire i bambini prima, durante e dopo la partenza. Sono sicura che dopo averli messi in pratica saranno loro stessi a chiedervi “Quando partiamo?”
Potreste prenderli per la gola e far loro assaggiare qualche prodotto tipico prima ancora della partenza (spiegando che a destinazione scoprirete il gusto originale). La toponomastica può rivelarsi persino interessante se proponete ai piccoli delle mappe da colorare (le migliori sono quelle dove metteranno gli stickers una volta visitata l’attrazione) o delle mini guide della destinazione adatte ai bambini.
Vale anche insegnare qualche parola nella lingua locale. In alternativa si può puntare sul linguaggio universale della musica, cercando in rete canzoni del posto o magari la sigla del cartone animato preferito nella lingua autoctona.
Con i miei figli però quello che funziona meglio è la ‘bieca’ promessa dell’acquisto di un giochino o di un souvenir da collezionare in ogni meta! Se poi al rientro vostro figlio vi chiede di mangiare solo “hamon iberico” o canta tutto il giorno fino allo stordimento in una lingua inventata, bè non prendetevela con me. Significa che è un vero viaggiatore!
Tantissimi bambini soffrono il mal d’auto e, se vi può consolare, sappiate che col tempo il problema rientra o quantomeno si attenua. Ecco le piccole accortezze che vi consiglio di adottare per ovviare al problema.
Prima del viaggio non fate bere liquidi, soprattutto quelli acidi (la spremuta è bandita e anche il latte sarebbe meglio evitarlo). L’ideale è far ingerire solo qualcosa di asciutto e secco (biscotti, cracker o le “sane” patatine). Lo zenzero attenua la nausea, quindi via libera a caramelle, lecca lecca, etc. Tenete sempre in macchina un asciugamano, cambio di vestiti e secchiello (che purtroppo non servirà per i castelli di sabbia). Il mio consiglio spassionato per chi deve affrontare quest’annoso problema è partire in corrispondenza di orario pisolino/sonno dei bimbi e poi, come estrema soluzione, provate con la coca cola. Contro la nausea, come lei nessuno mai.
Il volo con bambini spaventa, soprattutto quando si è genitori in erba e se i pargoli sono nei primi anni di vita. Se può tranquillizzarvi, sappiate che ci siamo passati tutti. Per il volo la mia raccomandazione è di essere attrezzatissimi: snack e merende varie per attacchi di fame, giochini per distrarre, ciuccio e biberon per i piccoli, tablet con cartoni scaricati e app con giochi, libri e ovviamente tanta santa pazienza (quella sempre!).
Per gestire il temuto problema del mal d’orecchie, fate in modo che il bambino deglutisca: nei primi mesi attaccandolo al seno, quando è più grande con ciuccio o biberon d’acqua o con il gioco di chi divarica di più la bocca sbadigliando (con mio figlio funziona sempre). L’asso nella manica per i casi più acuti? Tapparsi le orecchie con bicchieri di plastica nel cui fondo avrete messo un fazzoletto/cotone imbevuto d’acqua calda. Provare per credere.
Lo stravolgimento degli orari è un’altra grande paura. Al rientro di un viaggio in una meta con un altro fuso le abitudini dei bambini sono completamente stravolte. Non c’è più un orario predefinito per i pasti, il bagnetto o i pisolini… il risultato è che i pargoli sembrano posseduti e sovraeccitati. La notte vorrebbero ballare la samba e di giorno, mentre voi cercate di tirare avanti, loro ronfano beatamente.
Sapete che si recupera più facilmente il jet lag viaggiando verso ovest? Oltre consigliarvi di tenere in considerazione questo aspetto, vi confermo che in realtà i bambini sono molto più flessibili di noi e si adattano più facilmente al cambio del fuso di quello che pensiamo. Cercate comunque al volo di rientro di scegliere una tratta notturna e di regolare una volta arrivati luci e buio secondo gli orari della destinazione. Rientrate nel fine settimana se possibile (per avere almeno un paio di giorni in più per riprendere il ritmo), armatevi di verdure e poi fate una cura intensa di melatonina ancora prima di partire (esiste quella per bambini!).
Se, come me, amate viaggiare con i bambini, prima o poi qualcuno vi dirà con aria saccente: “Ma che viaggiate a fare, tanto vostro figlio non si ricorderà nulla!”. Trattenete i cattivi istinti, meglio una risposta ben assestata, dà maggiore soddisfazione.
Secondo gli psicologi, infatti, è vero che non ci si ricorda dei primi anni di vita, ma tutto (e quindi anche le memorie dei viaggi) resta impresso nel subconscio: lo si ritrova nei sogni e sicuramente ci forma come individui. Potreste dunque spiegare che non è propriamente vero che il pargolo non si ricorderà nulla, perché la memoria si imprime nella coscienza e voi state contribuendo a costruirla per formarli come persone. Potreste anche aggiungere che a voi piace viaggiare e, considerando che ai vostri figli piace stare con voi e che voi in viaggio siete felici, la conseguenza è evidente: ai vostri piccoli piace viaggiare (con voi).
Se poi proprio non riescono a capire, non resta che dire che state partecipando ad un’indagine statistica sulla memoria cosciente dei bambini, e che vi pagano pure: sono sicura che il detrattore dei viaggi con i bambini vi chiederà di unirsi.