Il Cammino di Santiago de Compostela: consigli per il percorso escursionistico più bello del mondo
Ottocento chilometri, trenta tappe, quattro regioni, una sola strada: il Cammino di Santiago de Compostela rientra tra le esperienze che chiunque dovrebbe provare almeno una volta nella vita. Sia che i motivi siano spirituali, sia che siate mossi da ambizioni sportive o semplice curiosità “turistica”, el Camino saprà regalarvi qualcosa di inestimabile. È alla portata di tutti, ma qualche consiglio potrebbe tornarvi utile.
Il Cammino che parte da Saint-Jean-Pied-de-Port e arriva a Santiago viene suddiviso in trenta tappe, una al giorno, che diventano trentatré se si sceglie di proseguire fino a Finisterre. L’ideale, allora, è prendersi un mese intero. Le alternative sono diverse: c’è chi si mette in cammino per gli ultimi cento chilometri (quelli necessari per ricevere la Compostela, ovvero l’attestato ufficiale del pellegrinaggio) o chi percorre un tratto ogni anno, partendo dall’inizio e riprendendo da dove aveva interrotto. Il mio consiglio, però, è di evitare il primo escamotage. Nel Cammino di Santiago la meta è il viaggio stesso: prendetevi tempo, assaporate ogni passo, e lasciate ai turistas del Camino l’insopportabile foga degli ultimi cento chilometri.
Rispettando la tradizione, il Cammino di Santiago richiede obbligatoriamente tre oggetti-simbolo: la conchiglia di capasanta (concha o vieira in spagnolo) da attaccare allo zaino; il bastone (bastón) e la credencial del peregrino, il certificato che attesta che si sta percorrendo il pellegrinaggio e che – non dimenticatelo – va fatto timbrare a ogni tappa, nel rifugio in cui passerete la notte. Oggetti della tradizione a parte, lo zaino sarà il vostro migliore amico durante il Cammino: il peso ideale è tra i 7 e i 9 chili. Ciò che non potrà mancare sarà un coltellino svizzero, una borraccia, il sacco a pelo, un k-way, cerotti, ago e filo, un telo impermeabile (nel caso – non raro – ci si ritrovi a dormire per terra), il sapone di Marsiglia, e un buon paio di scarpe da trekking (sconsiglio gli scarponi alti, utili solo nelle prime due tappe montane, ma eccessivi e scomodi per i restanti chilometri). Utilissimi, infine, i tappi per le orecchie e le spille da balia, con cui appendere i panni bagnati allo zaino e lasciarli asciugare durante il tragitto.
Lo spirito d’avventura richiesto dal Cammino è necessario anche durante le calde nottate spagnole, dove alloggerete nei caratteristici albergue: si tratta di dormitori parrocchiali, comunali o privati. Sul Cammino se ne contano più di trecento, quindi non preoccupatevi, perché un tetto sopra la testa lo si trova sempre! Non è necessario prenotare in anticipo, in quanto basterà esibire la propria Credencial ai gestori. Gli albergue sono per la maggior parte gestiti da volontari che scelgono di dare il proprio contributo alla causa del pellegrinaggio: gentilezza e gratitudine, allora, saranno componenti che non potranno mancare al vostro arrivo. I costi per la notte sono variabili: alcuni dormitori parrocchiali sono a offerta libera, mentre gli albergue privati possono arrivare a 15/20 euro a notte. Starà a voi, allora, scegliere tra risparmio o comfort maggiore.
Quasi tutti gli albergue sono forniti di cucina in comune. Attenzione però: sale, olio, e altri beni fondamentali sono lì perché qualcuno prima di voi li ha donati. Lo spirito di condivisione durante il Cammino è importante, e vale per tutti! Cenare in ostello con i compagni di viaggio può essere l’occasione non solo per risparmiare, ma anche per spartire tradizioni culinarie provenienti da ogni parte del mondo. Nei paesi che incontrerete non mancheranno poi i ristoranti, le locande e i bar: molti di questi offrono il menu del peregrino a chiunque mostri la credenziale, e con 8/10 euro potrete assaporare un pasto completo. Durante il giorno, infine, il consiglio è quello di accontentarsi di un pranzo al sacco, sia per non spezzare la giornata, sia per risparmiare un po'.
È impossibile, lungo 800 chilometri di cammino, non soffrire di qualche acciacco fisico. Il più comune è il cosiddetto mal del peregrino, ovvero la tendinite (tendinitis). Viene spesso durante i primi giorni, quando le tappe pirenaiche mettono a dura prova ginocchia e articolazioni. Il miglior modo di curarla è ghiaccio, bende di cotone e soprattutto la miracolosa Traumal, pomata scoperta grazie all’amorevole consiglio di un pellegrino-fisioterapista. Altro fastidio comune è quello alle ginocchia (rodillas), sollecitate in continuazione dal peso dello zaino. Consiglio, oltre all’antiinfiammatorio, di procurarvi una o due ginocchiere (rodilleras). Anche le vesciche (ampollas) saranno un antipatico compagno di viaggio: qui tornano utili l’ago e il filo sopracitati, con cui bucarle per lasciar poi fuoriuscire il liquido. Ho ritenuto utile inserire anche la traduzione di alcune parole in spagnolo: gli spagnoli, si sa, non masticano troppo bene l’inglese, quindi farvi capire spesso sarà complicato. Alcune parole da tenere a mente sono sello (il timbro), comida (il pasto), cuenta (il conto), e tutte quelle riguardanti i fastidi fisici, con cui provare a destreggiarvi in farmacia.
Certo! Non esiste – a mio avviso – esperienza più formativa. Conoscerete persone, luoghi, culture differenti, e soprattutto voi stessi: rimarrete sorpresi da quanto in là il vostro fisico possa spingersi, solo grazie alla forza di volontà, solo grazie al meraviglioso espíritu del Camino. “Chi cammina sogna di arrivare, e chi arriva sogna di tornare a camminare”, recita una scritta incisa a Finisterre. Non c’è nulla di più vero.
¡Buen Camino, peregrino!