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Provenza nel cuore: Aix e Saintes-Maries-de-la-Mer

francesco giro

Francesco Giro

La Provenza genera dipendenza positiva e il viaggio continua. Dopo la nottata passata a Hyères, e un’ottima scorpacciata di pesce, abbandoniamo il relax per proseguire il nostro frenetico itinerario culturale.

 La celebre Rotonde di Aix
La celebre Rotonde di Aix. Credits travelview / Shutterstock

È il momento di Aix-en-Provence, il capoluogo della Provenza. Come a Saint-Paul, l’arte qui regna sovrana: Cézanne è il più celebre tra gli artisti che hanno deciso di ritirarsi in questa vivace città per dare vita ai propri capolavori. Per questo motivo, il Museo Granet, nel quartiere di Mazzarino, merita una nota di riguardo. Con soli 4 euro potrete immergervi nelle opere dell’artista francese, ma anche in quelle di Rembrandt, Rubens e molti altri.

La visita del capoluogo parte però dalle sue vie e quartieri interni, animati in qualsiasi periodo dell’anno da studenti universitari e turisti. Il Corso Mirabeau, arteria principale della città, inizia da uno dei simboli di Aix-en-Provence: la Rotonde, una magnifica fontana monumentale eretta nel 1869, caratterizzata da tre statue simboleggianti la giustizia, l’agricoltura e le belle arti.

Dopo esservi rifocillati in uno dei localini qui presenti, e dopo aver fatto la vostra scorpacciata quotidiana di arte, è ora di conoscere la parte più autentica di Aix: la Città Vecchia, che si snoda sulla sinistra di Corso Mirabeau. Se non avete ancora pranzato, fatelo qui (risparmierete qualche soldo). La cattedrale di San Salvatore e la Torre dell’Orologio (accanto al Municipio), sono le due attrazioni che non possono mancare nel vostro itinerario.

Ora sarete stanchi e provati, e un po’ di shopping rigenerante potrebbe essere la soluzione ai vostri mali. Aix-en-Provence è famosa per i suoi campi di lavanda: tra le vie della città vecchia e la cattedrale di St. Saveur è possibile trovare decine di boutique in cui acquistare prodotti tipici rigorosamente alla fragranza di lavanda. Un modo per assicurarsi souvenir per amici e parenti a prezzi tutto sommato contenuti.

Con le borse piene (e il portafoglio un po’ meno), torniamo alla macchina. Ci aspetta la selvaggia Camargue, meravigliosa landa paludosa e incontaminata, che ci riporta alla calma e tranquillità perduta nella visita di Aix.

Camargue, fascino inconfondibile
Camargue, fascino inconfondibile. Credits GUDKOV ANDREY / Shutterstock
Ricognizione in Camargue

Saintes-Maries-de-la-Mer è, insieme ad Arles, il centro più importante della Camargue. L’arrivo in auto, poi, merita da solo il soggiorno: dimenticate l’arte e la cultura assaporate finora. Dimenticate le folle di turisti presenti nelle città provenzali. Dimenticate quasi tutto ciò che avete ammirato e vissuto nell’itinerario precedente.

La Camargue è tra le zone più selvagge di Francia: il tragitto che sarete obbligati a percorrere per arrivare a Saintes-Maries è costellato di paludi, distese d’erba interminabili, torrenti d’acqua dolce che vanno a riversarsi nel mare, e soprattutto dalla sua incredibile fauna. Macchina fotografica alla mano, dunque, perché poche altre volte nella vita vi capiterà di fotografare tori, cavalli e fenicotteri rosa, tutti rigorosamente selvatici. Uno spettacolo unico.

I tetti di Saintes-Maries-de-la-Mer visti dalla cattedrale © Francesco Giro
I tetti di Saintes-Maries-de-la-Mer visti dalla cattedrale © Francesco Giro

Dopo un lungo rettilineo arriverete finalmente nel centro della cittadina, famosa per essere la capitale gitana europea, grazie alla santa protettrice Sara. Leggenda vuole che il paese prenda il nome dalle due Marie che qui sbarcarono dopo un naufragio, insieme ad altri discepoli di Gesù e alla loro serva di colore Sara. Ogni anno, il 24 e il 25 maggio, migliaia di zingari da tutto il continente si riversano sulle strade di Saintes-Maries-de-la-Mer per portare in processione la loro santa patrona.

Le statue delle due Marie e di Santa Sara si trovano all’interno della Chiesa di Nostra Signora del Mare, la cattedrale del paese, la cui guglia composta da 5 campane è visibile da ben 10 chilometri di distanza. Salirci in cima è tra le cose che non possono mancare durante la vostra visita: costa 3 euro ed è fortemente consigliato visitarla al tramonto.

Saintes-Maries non potrà che ricordarvi la Spagna. Sarà per la vicinanza alla penisola iberica, o per il fatto di essere la capitale gitana d’Europa, ma qui paella e sangria sono all’ordine del giorno. L’arena dei tori, poi, aiuterà ulteriormente la vostra immersione in questo fantastico mix tra cultura iberica e francese. Da sottolineare, però, è la grande differenza tra corrida spagnola e camarguese: a Saintes-Maries, ai tori non viene fatto alcun male. L’obiettivo è semplicemente (si fa per dire) quello di sottrarre agli animali coccarde colorate posizionate loro in testa.

Le vie del piccolo paese riportano alla mente un tipico villaggio greco: il bianco delle abitazioni, i tetti bassi, i profumi del pesce e del vino, le differenti culture che si mescolano e si fondono tra loro. Se siete amanti di tradizioni, folklore e natura, Saintes-Maries-de-la-Mer conquisterà prepotentemente un posto nel vostro cuore.

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