Viaggio nella Tuscia viterbese: il volto più affascinante dell’Alto Lazio
Benvenuti in Etruria, la storica regione dell’Italia centrale per tradizione compresa tra i fiumi Arno e Tevere dove si sviluppò e visse la civiltà etrusca.
La denominazione Tuscia fu attribuita all’Etruria proprio al termine della dominazione degli etruschi e quindi non stupitevi se in questo articolo vi parlerò molto di loro, raccontandovi le mete da non perdere.
Arroccata su uno sperone roccioso costituito di tufo a strapiombo sul torrente Biedano, Blera è un borgo pieno di fascino. Le sue origini sono antiche e risalgono all’epoca etrusca, come dimostrano le necropoli datate tra il VII e il V secolo a.C.
Non perdete il borgo medievale e la necropoli di Pian del Vescovo. Quest’ultima si raggiunge dal centro del borgo attraverso una pittoresca passeggiata nel bosco: le meravigliose tombe rupestri a dado di Pian del Vescovo sono collegate tramite scale e disposte a più livelli ridosso la parete di tufo.
Da non perder per la sua importanza storica è la zona archeologica di San Giovenale, che conserva, oltre alle tombe a dado etrusche, un insediamento protostorico e le rovine di un castello medievale.
Una delle immancabili tappe nella Tuscia viterbese è senz’altro il borgo di Sutri, grazie ai suoi straordinari reperti archeologici e ambientali. A pochi chilometri dalla Cassia, il borgo di Sutri appare quasi all’improvviso, costruito su uno sperone tufaceo.
Anche qui si incontrano meravigliose necropoli etrusche, appena prima dell’abitato, ma anche un Anfiteatro romano – riportato alla luce solo nell’Ottocento – e la chiesa rupestre della Madonna del Parto, un tempo tomba etrusca e poi luogo di culto del dio Mitra.
Di origine etrusca, Tarquinia fu la città che diede i natali alla dinastia dei Tarquini. Oggi la città è uno dei più importanti centri dell’Etruria: è un borgo dalle caratteristiche medievali, ma il fiore all’occhiello di Tarquinia sono la necropoli di Monterozzi, con le sue splendide tombe affrescate (come quella dei leopardi), e il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, che raccoglie oggetti e reperti di notevole pregio.
La Necropoli di Monterozzi è costituita da un gran numero di tombe a tumulo con le camere scavate nel tufo; i dipinti all’interno sono la migliore espressione dell’arte pittorica etrusca giunta ai giorni nostri.
La storia di Caprarola e del suo celebre Palazzo è legata alla famiglia Farnese. L’originale dimora a pianta pentagonale fu voluta da Alessandro Farnese, iniziata da Antonio Sangallo e terminata dal Vignola.
Circondato da un possente fossato, il palazzo è suddiviso in cinque livelli, dove ogni stanza è riccamente affrescata. Il meraviglioso scalone e il cortile interno riempiono ancora oggi di stupore. Affascinanti sono i giardini che si sviluppano lungo la collina nel retro del Palazzo.