Alla scoperta delle Isole Faroe: un’indimenticabile avventura on the road
Sono conosciute come uno dei luoghi più remoti e selvaggi del pianeta, e non a caso.
Situate a metà strada tra la Scozia e l’Islanda, battute da venti gelidi e dalle impetuose correnti atlantiche, le Isole Faroe incarnano alla perfezione quell’idea di natura bellissima e indomabile nella quale tutti i temperamenti più avventurosi sognano di immergersi. Tuttavia, il viaggio richiede una buona dose di organizzazione: ecco dunque una serie di consigli utili per pianificare e vivere al meglio la vostra esperienza in terra faroense.
Senza alcun dubbio, il modo migliore per visitare le Faroe è un on the road che consenta di percorrerle in lungo e in largo con estrema facilità: date le dimensioni ridotte e le pressoché perfette condizioni del manto stradale, guidare qui è un vero e proprio piacere! In particolare, per spostarsi tra le isole principali, esistono ponti e, in alcuni casi, persino tunnel sottomarini che vi permetteranno di esplorarle da cima a fondo in totale libertà.
Per raggiungere gli isolotti più piccoli e remoti è possibile usufruire dei popolarissimi collegamenti via mare. Essi pongono tuttavia un’incognita non indifferente: a causa degli improvvisi cambiamenti meteorologici e della scarsità di posti auto presenti, capita non di rado che il traghetto effettui la tratta di andata, ma non quella di ritorno. Se non siete disposti a rischiare o semplicemente non amate gli imprevisti, farete meglio a focalizzarvi sulle tre isole più grandi (Vagar, Streymoy, Eysturoy) e sulle vicine e ben collegate isolette del Nord (Borðoy, Kunoy, Viðoy). Non vi deluderanno!
Tenete presente che qui il clima è assolutamente imprevedibile. Raccomandiamo pertanto di mettere in valigia capi di abbigliamento adeguati, caldi e comodi, ma allo stesso tempo impermeabili e in grado di proteggere dalle forti raffiche di vento. Stesso discorso vale per le calzature: anche quei sentieri da trekking che nelle guide sono indicati per i principianti possono risultare in realtà parecchio scivolosi e fangosi. Equipaggiatevi al meglio per evitare brutte sorprese.
Se avete un buono spirito di adattamento e siete disposti a rinunciare a qualche comfort in cambio di una maggiore autenticità, potreste considerare di pernottare nei vari campeggi dell'arcipelago invece che nei costosissimi (e, ahimè, anonimi) alberghi.
L’atmosfera che si respira nei camping è rilassata, spartana e conviviale al tempo stesso, e consente di entrare maggiormente in contatto con la natura circostante e i locals. Non lasciatevi scappare questa opportunità, dunque: gli abitanti delle isole rappresentano una preziosissima miniera di storie, consigli e leggende su queste terre meravigliose, che condivideranno con grande orgoglio.
Vediamo ora qualche chicca che renderà il vostro viaggio davvero speciale.
Partiamo dall’isoletta di Mykines, soprannominata il “paradiso dei pulcinella di mare”: l’isola ospita una delle più grandi colonie di puffin esistenti. L’accesso ai turisti è a numero chiuso e la meta è molto gettonata, pertanto l’escursione va prenotata con largo anticipo.
Múlafossur, sull’isola di Vagar, è la cascata più iconica di tutte le Faroe: per raggiungerla guidate fino al minuscolo paesino di Gásadalur, uno degli spot migliori per ammirare il tramonto sull’oceano.
Leitisvatn, o Sørvágsvatn (sempre sull’isola di Vagar), è nientemeno che l’unico lago al mondo che si affaccia proprio al di sopra di una scogliera. Per arrivarci è necessario seguire un sentiero a pagamento che parte da Miðvagur. Tenete gli occhi aperti: si dice infatti che il lago sia popolato da spiriti dell’acqua molto pericolosi i quali, assunte le sembianze di cavalli o giovani uomini, provano ad annegare i malcapitati che vi si avventurano!
Saksun e Tjørnuvik (sull’isola di Streymoy) sono due villaggi molto pittoreschi, con le tipiche case dal tetto in torba e le chiesette immacolate. I viaggiatori più in forma potrebbero affrontare il trekking tra le montagne che collega i due paesini. si tratta di un itinerario di difficoltà media, della durata di circa 2 ore (solo andata): vale davvero la pena.
Il fiordo di Gjóvn (sull’isola di Eysturoy), noto per essere uno dei più piccoli fiordi del Nord Europa, è un’altra tappa imperdibile, nonché una buona alternativa all’escursione a Mykines: anche qui, infatti, è facile avvistare pulcinella di mare e altri uccelli migratori.
Infine, Kallurin (sull’isola di Kalsoy) è semplicemente mozzafiato: questo faro agli estremi confini del mondo è situato in prossimità di scogliere a dir poco pazzesche che vi faranno rivalutare il concetto di “vertigine”. A qualche chilometro di distanza dal faro si trova un’altra famosissima attrazione: la statua della sirena o, per essere precisi, della donna-foca, parte fondamentale del folklore locale e buon auspicio per i viaggiatori.
È tutto: buon viaggio, dunque. O come dicono da quelle parti, God Rejse!