Amalfi: viaggio ad occhi aperti in un sogno del Mediterraneo
Due piazze, una via principale, un saliscendi di scale e di vicoli, case bianche affastellate le une sulle altre, sette chiese, il duomo e il porto: uno scenario suggestivo attraversato dalla celebre Ruga Nova Mercatorum, una via medievale in gran parte coperta che ricorda lontanamente una kasbah mediorientale. Stretta tra il mare e la Valle dei Mulini, Amalfi è un sogno che aspetta di essere interpretato, con gioia e slancio, nella vita reale.
In epoca medievale, quando era una delle quattro Repubbliche Marinare (insieme a Pisa, Genova e Venezia) che con la sua flotta mercantile controllava il traffico delle merci in viaggio tra Oriente e Occidente, la popolazione locale superava i 50.000 abitanti. Nel 1135, però, Amalfi fu saccheggiata da Pisa e alcune parti del centro storico vennero sommerse dall’acqua in seguito a frane e forti mareggiate. Fu l’inizio del declino: con un’economia non più fiorente come in passato, si decise di puntare sulla pesca, sull’artigianato, sull’oreficeria e soprattutto sulla produzione della carta, seguendo le tecniche apprese dagli Arabi (lungo i torrenti della valle operavano ben 16 mulini).
La costruzione della strada lungomare nel 1840 portò alla riscoperta di Amalfi, attirando i primi stranieri, artisti e scrittori. Il grande Convento di San Francesco e quello dei Cappuccini, entrambi del XIII secolo, furono trasformati in magnifici alberghi (gli odierni Hotel Luna e Convento di Amalfi) e la costiera non tardò a diventare una meta ambita soprattutto da facoltosi turisti nordici. E oggi? Oggi Amalfi è amatissima dai viaggiatori, che accorrono qui attratti dal suo fascino ancora intatto. È il posto giusto per chi non bada a spese e desidera trascorrere una vacanza di lusso soggiornando in case o alberghi curati in ogni dettaglio, abbandonandosi ai piaceri della tavola e godendosi l’incredibile gioco di luci offerto da cielo e mare.
Alla fine di una ripida scalinata si erge l’atrio porticato a liste di marmo bianche e nere e il timpano decorato a mosaico del Duomo, crollato in seguito a una frana nel 1861 ma fedelmente ricostruito seguendo l’antico modello. L’unica parte originale è il campanile, che con le sue torri e torrette maiolicate ricorda un minareto. Già prima della ristrutturazione vi erano due basiliche e un chiostro con elementi architettonici arabi, normanni e barocchi. La Cappella del Crocifisso, del X secolo, oggi priva degli stucchi barocchi, ospita il Museo Diocesano dal 1995. Accanto, la chiesa principale è un edificio a tre navate aggiunto nell’epoca in cui la Repubblica Marinara era all’apice della sua potenza e ricchezza (XI secolo). Il pregevole portale in bronzo, fuso a Costantinopoli nel 1066, è un capolavoro dell’arte orientale, mentre la cripta barocca, adornata da preziosi affreschi, custodisce le reliquie di Sant’Andrea, il primo apostolo di Gesù, ancora venerato ad Amalfi. Il Chiostro del Paradiso, infine, è un quadriportico con archi a sesto acuto intrecciati, tipici dell’architettura arabo-normanna, costruito nel Duecento come cimitero per l’aristocrazia amalfitana.
Non sentitevi in colpa se dopo un po' sentirete un forte richiamo per la spiaggia. La Costiera Amalfitana regala gioie e soddisfazioni anche da questo punto di vista, a patto però di essere disposti a cercare. Ai piedi di Amalfi, per esempio, si trova una piccola spiaggia sabbiosa. Le alternative per fare un bagno sono le insenature adiacenti, con pontili costruiti tra gli scogli, o il litorale di sabbia grigia della vicina Atrani, con stabilimenti balneari.
Gli appassionati di storia possono approfondire le proprie conoscenze sul passato dell’antica potenza marittima di Amalfi visitando l’Arsenale della Repubblica, che tra gli altri pezzi conserva la Tabula Amalphitana, un prezioso codice medievale che riporta le leggi marinare e le norme commerciali che vigevano al tempo della Repubblica.
Le famose cartiere di Amalfi, che un tempo rifornivano le cancellerie del Regno di Napoli, furono costrette a chiudere alla fine del XIX secolo, schiacciate dalla concorrenza dell’industria. Chi è riuscito ad arrivare ai giorni nostri, come la cartiera Amatruda, ha puntato sulla massima qualità dei materiali usati per la realizzazione di raffinate edizioni per bibliofili. Il Museo della Carta fornisce spiegazioni dettagliate sulle antiche tradizioni artigiane. Inoltre è possibile vedere in funzione gli antichi mulini ad acqua con la potenza del torrente Canneto.
È un vero peccato limitarsi alla vita da spiaggia sulla Costiera Amalfitana. E infatti i turisti e villeggianti hanno scoperto ormai da anni la bellezza delle antiche mulattiere e dei sentieri a gradini che s’inerpicano tra i monti alle spalle della costa. Lungo terrazze di limoni e aranci, attraverso boschi e gole rocciose, si raggiungono alture costellate da minuscoli borghi come Pogerola e Pontone, con panorami meravigliosi sulla costa dove il tempo sembra essersi fermato. Un sentiero molto apprezzato è quello che conduce alla Valle dei Mulini, lungo cui s’incontrano alcune rovine delle vecchie cartiere, cascate e fitti boschetti; un altro bel percorso attraversa Atrani per salire fino a Ravello.
Più impegnativa è l’escursione nella riserva naturale Valle delle Ferriere, ricca di specie vegetali molto rare, soprattutto felci. Il tracciato, segnalato dal CAI, raggiunge i 1000 m di altitudine e attraversa un paesaggio alpino noto per gli scorci panoramici. Il più conosciuto, però, è il Sentiero degli Dei che inizia a Bomerano, frazione di Agerola, comodamente raggiungibile da Amalfi con l’autobus di linea. Il percorso, ben segnalato, parte da Piazza Capasso, dove si può acquistare il necessario per un picnic; in circa tre ore si supera il Colle La Serra passando per i borghi di Nocelle e Montepertuso e infine si scende a Positano, lungo una gradinata.