Emilia-Romagna: 5 motivi per andarci
L’Emilia Romagna è una regione dinamica. Percorrendo la via Emilia, l’antica strada romana che divide la regione in parti uguali, sono molti i tour tematici che si possono intraprendere. Ognuno può trovare la tipologia di viaggio che cerca accompagnato dalla proverbiale affabilità emiliano-romagnola.
L’Emilia-Romagna contribuisce da anni all’arricchimento della cucina italiana. Basti pensare al Parmigiano Reggiano, alla pasta, ai salumi, ai piatti tradizionali, al pane ferrarese, alla frutta e verdura. Di estrazione contadina, ha saputo far conoscere ed esportare nel mondo le sue prelibatezze tanto che la Via Emilia è diventato simbolo di buona cucina e genuinità. Io sono bolognese e il mio piatto preferito è lasagne verdi seguito dai tortellini in brodo o panna (guai condirli con il ragù!).
La regione di Don Camillo e Peppone è ricca di piccoli borghi medievali, castelli, abbazie e luoghi di culto antichi. Sono però i capoluoghi di provincia ad attrarre i turisti per la concentrazione di opere d’arte famose e importanti. Ecco qui alcune delle loro caratteristiche principali.
“La dotta, la grassa, la rossa”. Il suo centro storico, in cui “non si perde neanche un bambino” (cit. Lucio Dalla), è caratterizzato dalla presenza dei portici. Noi bolognesi non prendiamo l’ombrello neanche nei giorni di pioggia. Il colore predominante è il rosso perché rossi sono i mattoni e le tegole con cui sono stati costruiti tutti i palazzi. Le due torri sono il simbolo della città. La Torre degli Asinelli è quella più alta ed è visitabile.
Proprio sotto le due torri inizia la zona universitaria che vanta l’ateneo più antico del mondo. Bologna, con la sua mortadella, ha una ricca e antica tradizione culinaria. E qui è nato un luogo dedicato non solo alla cucina emiliano-romagnola ma italiana: F.I.C.O. Eataly La Fattoria Italiana Contadina.
Chi ha voglia di camminare può seguire i portici più lunghi del mondo che partono da Porta Saragozza e arrivano alla Basilica di San Luca sul colle della Guardia simboleggiando il serpente che viene schiacciato dai piedi della Vergine Maria.
La città simbolo dell’aceto balsamico, si contende con Bologna il merito per la nascita del tortellino. Io naturalmente sono di parte. Il suo Duomo è una delle chiese romaniche più importanti d’Italia risalente all’anno mille. La torre campanaria, chiamata la Ghirlandina, è il simbolo della città. Tra le sue spesse mura è custodita la Secchia rapita. Si tratta di un secchio trafugato da un pozzo pubblico di Bologna da parte dei modenesi durante la battaglia di Zappolino del 1325 e portato a Modena come trofeo. Bologna ne attende ancora la restituzione!
Questa città è un’istituzione per l’opera lirica italiana. Ogni anno celebra l’illustre parmense Giuseppe Verdi con il Festival verdiano che propone un programma dedicato al compositore. Parma ha un bellissimo centro storico con la piazza Duomo e il suo battistero e l’elegante parco ducale che risale al 1500.
Possiede un centro storico ricco di opere architettoniche e artistiche degne di nota con un bellissimo Duomo in stile romanico. Proprio a Reggio-Emilia nacque la bandiera tricolore italiana. Era il 1797 e la bandiera fu adottata dalla Repubblica Cispadana composta da Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara. In seguito, nel 1848, diventò la bandiera italiana.
“La città delle biciclette” è patrimonio dell’Unesco. Il suo centro storico è ricco delle opere rinascimentali compiute dagli Este: la cattedrale, il castello estense, il palazzo dei Diamanti. Tutti qui si spostano in bicicletta e molto piacevole è passeggiare intorno alle mura. Ogni anno si svolge il palio in costume meno conosciuto di quello di Siena ma altrettanto antico e storicamente importante.
I mosaici all’interno dei suoi monumenti paleocristiani sono presenti su tutti i libri di storia dell’arte e sono diventati patrimonio dell’UNESCO. A Ravenna si trova anche la tomba di Dante Alighieri. Queste sono le ragioni per cui è una delle città d’arte più gettonate per le gite scolastiche.
Conosciuta solo per il mare, Rimini è in realtà un’antica cittadina romana come testimoniano l’arco di Augusto alle porte della città, il più antico ancora esistente, e il ponte di Tiberio. Il centro è grazioso e pieno di localini all’aperto.
Il Duomo, o meglio, il Tempio malatestiano, è il capolavoro quattrocentesco costruito all’epoca della Signoria dei Malatesta.
Sia che si ami il trekking, lo sci, il relax, la moto o la buona cucina, l’appennino ne ha per tutti i gusti. Basti pensare al monte Cimone in provincia di Modena o Il Corno alle Scale in provincia di Bologna dove si scia d’inverno e si cammina d’estate. Oppure la Pietra di Bismantova in provincia di Reggio Emilia, patria degli scalatori.
Ferrari, Lamborghini, Maserati, Ducati. Se si parla di motori, si parla di Emilia. L’ingegno, la fantasia e la passione emiliana hanno dato vita a moto e automobili divenute icone di bellezza, prestazione, successo. Visitare i musei di queste grandi aziende è un salto nella storia italiana fatta di sogni e ottimismo.
Richiama migliaia di turisti italiani e stranieri ogni anno. Qui è nata la “vacanza italiana” per eccellenza. Canzoni, amori sotto l’ombrellone, le più grandi discoteche, balere, sale giochi. La riviera romagnola offre tutto a tutti dai neonati, agli anziani. Dalla spiaggia ai paesini dell’entroterra, dal ristorante sul mare alla sagra di paese. Tutto è talmente coinvolgente che quasi il mare passa in secondo piano.
Questi sono solo alcuni aspetti della mia regione che mi piace ricordare. Spesso non considerata nei circuiti del Gran Tour italiano, negli ultimi anni si sta prendendo le sue rivincite richiamando sempre più turisti.