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Lanzarote: ricognizione nell'entroterra da Costa Teguise

Redazione Marco Polo

Redazione Marco Polo

Chi esplora il nord partendo da Costa Teguise attraverserà tutte le bellezze naturali di Lanzarote: dal deserto alle distese di palme, dalla pianura sabbiosa allo spettacolare Massiccio di Famara, e ancora tante altre sorprese che vi lasceranno a bocca aperta.

Guidando verso l’entroterra da Costa Teguise, il paesaggio assume toni pastello, quelli del beige delle colline e poi il bianco dei tetti delle case. Oltre Teguise, invece, tutto si fa più colorato: inizia l’area agricola di Los Valles e si aprono ampi campi terrazzati. Le coltivazioni sono favorite dalle precipitazioni che nascono grazie alla vicinanza del Massiccio di Famara, che si estende fino all’estremità settentrionale dell’isola.

La strada panoramica si snoda tra i campi verdeggianti e raggiunge quota 671 m, oltrepassando il Parque Eólico de Lanzarote, dove si trovano dozzine di pale eoliche che producono un terzo dell’energia elettrica necessaria per gli impianti di dissalazione di Arrecife. A ovest, le scogliere precipitano per 600 m a picco sul mare, mentre a est le montagne, che si sono formate oltre 12 milioni di anni fa, scendono dolcemente verso la costa.

Lanzarote, massiccio di Famara
Lanzarote, massiccio di Famara. Credits Hungry_herbivore / Shutterstock
Costa Teguise: gli hotel migliori delle Canarie?

Se volete gustarvi un po’ di tranquillità, Costa Teguise è il posto giusto per voi: spiagge piccole e graziose, un lungomare panoramico e poi strutture attrezzate per fare surf e immersioni, oltre a numerosi buoni ristoranti in cui mangiare. Gli immobili, costruiti persino nell’entroterra più profondo, sono la testimonianza di ambiziosi progetti edilizi che hanno subito una brusca battuta d’arresto negli anni della crisi: i piani originari sono saltati e da allora l’amministrazione è costretta a procedere con maggior cautela. Per questo le vacanze nella località turistica a nord del capoluogo sono più tranquille rispetto alla caotica Puerto del Carmen.

Alcuni alberghi hanno la reputazione di essere tra i migliori delle Canarie, in particolare l’hotel a cinque stelle Gran Meliá Salinas. Questo e altri due alberghi esclusivi portano l’inconfondibile firma di César Manrique: il primo è il Pueblo Marinero, il “villaggio dei marinai”, un grazioso borgo con agglomerati di case disposte attorno a cortili; il secondo è la Villa La Mareta, una tenuta signorile che purtroppo si può ammirare soltanto da lontano. Quest’ultima costruzione fu commissionata dal re Hussein di Giordania che in seguito la donò a Juan Carlos di Spagna. Oggi la Villa La Mareta è inaccessibile al pubblico ed è utilizzata soltanto durante le visite dei Reali di Spagna, di Presidenti di Stato e di ospiti internazionali.

Papagayo Beach, Lanzarote. Credits Balate.Dorin / Shutterstock
Papagayo Beach, Lanzarote. Credits Balate.Dorin / Shutterstock
Arrieta, sempre più popolare

Non c’è da stupirsi che Arrieta diventi una meta sempre più popolare: case bianche che si affacciano sul mare e un molo che si protende direttamente sull’acqua, da cui partono ogni giorno le navi dei pescatori che riforniscono di pesce fresco tutti i ristoranti della città. C’è anche una spiaggia molto graziosa lunga appena 800 m dalla sabbia bianca e fine, la Playa de la Garita, e poi un’unica vera attrazione turistica: Casa Juanita, che tutti chiamano semplicemente la “casa blu” (Casa Azul), costruita su uno scoglio da un isolano che aveva fatto fortuna in Venezuela. Si scorge già da lontano il brillare dell’eccentrico rivestimento della sua facciata.

Nel paese non ci sono altri luoghi di grande interesse: l’unico museo, il Museo de Aloe, che si trova proprio all’inizio del borgo, è in realtà una sequenza di vetrinette disposte intorno a questa “pianta miracolosa” con un negozio alla fine. Ma Arrieta è famosa soprattutto per i suoi ristoranti di pesce. Sul molo con un grande cannocchiale e vista sulla Casa Azul si trova El Charcón, dove Ricardo e Sabina propongono i vini della casa del marchio La Grieta: sia i bianchi che i rossi, più rari a Lanzarote, sono d’origine protetta.

Cueva de los Verdes

Viaggio da sogno nel sottosuolo: scenderete nelle viscere di un vulcano! La visita guidata vi condurrà all’interno del curioso mondo delle cavità laviche, dove una sapiente illuminazione e musica di sottofondo trasformeranno la passeggiata in un’esperienza surreale. La Cueva de los Verdes è un tratto di tubo lavico lungo 7,5 km chiamato Túnel de la Atlántida. Si creò circa 5000 anni fa in seguito a un’eruzione del Monte Corona: la superficie delle colate laviche che scorrevano verso il mare si raffreddò rapidamente, mentre nello strato più interno il magma liquido continuava a fluire.

Quando le eruzioni cessarono, i residui vulcanici finirono in mare lasciando al loro posto tunnel e cavità. Disposti su più livelli, raggiungono i 40 m di altezza e si estendono per lunghi tratti anche sott’acqua. Grazie alla sua posizione nascosta, la Cueva de los Verdes fu utilizzata anche come rifugio durante le incursioni dei pirati. Nel 1618, tuttavia, qualcuno rivelò ai corsari algerini l’esistenza della grotta e centinaia di isolani furono fatti prigionieri e ridotti in schiavitù. Il tour guidato ha una durata di 45 minuti e vi condurrà per 2 km nell’affascinante sottosuolo di Lanzarote. A metà del percorso è prevista una sosta in un grande auditorium: al termine della visita lasciatevi sbalordire da un ultimo effetto speciale. Molto suggestivi soprattutto i concerti nell’auditorium della grotta.

Jameos del Agua, piscina divina. Credits Jameos del Agua / Shutterstock
Jameos del Agua, piscina divina. Credits Jameos del Agua / Shutterstock
Jameos del Agua: una piscina da Diva!

Per la diva hollywoodiana Rita Hayworth erano “la settima meraviglia del mondo”. Forse il giudizio è un po’ esagerato, ma è vero che gli Jameos del Agua hanno proprio qualcosa di speciale: nella crosta lavica, tra le piante subtropicali, si arriva a una prima grotta. Al suo interno si trova un ristorante costruito su diverse terrazze con vista sul meraviglioso lago di acqua salata popolato da piccoli granchi albini i quali, vivendo sempre nell’oscurità, sono completamente ciechi. Un cartello segnala il divieto di gettare monete nell’acqua affinché i granchi non rimangano avvelenati dall’ossido del metallo. Dietro il lago, César Manrique ha installato una piscina bianchissima: l’acqua turchese è inondata dalla luce che filtra da una seconda apertura nella grotta. Nella cavità successiva alla piscina, invece, si trova un auditorium molto apprezzato per la sua acustica perfetta, dove si organizzano concerti, talvolta accompagnati da spettacoli folcloristici.

Proprio come Cueva de los Verdes, la formazione Jameos del Agua fa parte del tunnel di Atlántida. Fino agli anni ’60 i contadini gettavano la spazzatura all’interno di queste due grandi cavità (jameos) nella crosta lavica. Grazie all’intervento di César Manrique, però, le grotte vennero ripulite e trasformate in un’incantevole opera d’arte paesaggistica; il successo commerciale fu tale che all’artista vennero subito commissionati molti altri lavori.

La Graciosa: prima dell'avvento del turismo

Se decidete di partire da Órzola per raggiungere l’isoletta di La Graciosa, preparatevi a un viaggio parecchio movimentato: soprattutto nei primi dieci minuti si naviga in oceano aperto e le onde possono farsi davvero impetuose. Poi, una volta arrivati nello stretto El Río, le acque si fanno più calme e regna un profondo silenzio. L’isola sembra un simpatico relitto del passato e il suo aspetto ricorda quello delle altre isole dell’arcipelago prima dell’avvento del turismo. La località principale, Caleta del Sebo, è un agglomerato di case modeste attraversato da poche strade sterrate disposte ad angolo retto e percorse solo da qualche fuoristrada. Anche nell’isola “graziosa”, però, il tempo è trascorso e ha lasciato le sue tracce: ci sono numerosi ristoranti pronti ad accogliere i turisti che arrivano e partono in giornata, ma anche diversi appartamenti da affittare, un supermercato ben fornito e persino una discoteca. Eppure, lontano dal turismo di massa che caratterizza Lanzarote, ovunque a La Graciosa si respira un’atmosfera di pace. 

Playa de Francesa, Playa de la Cocina e soprattutto Playa de las Conchas, a nord, sono considerate le più belle e caratteristiche spiagge di tutto l’arcipelago. Qui i bagnanti, gli escursionisti, gli appassionati di bird watching e i turisti in cerca di tranquillità non sono molto numerosi, permettendo a La Graciosa di conservare ancora la sua atmosfera autentica. Il problema del turismo invece non sussiste nelle altre isole, ancora più piccole, dell’arcipelago Chinijo: Alegranza e Montaña Clara, oltre a essere piuttosto lontane da raggiungere, sono state dichiarate riserve naturali protette. Se volete ammirarne almeno le coste, potete partecipare a un tour attorno alle isole.

Teguise: come un viaggio nel tempo

Una visita a Teguise è come un viaggio nel tempo: strette viuzze tra palazzi nobiliari con alti portali in legno conducono ad antiche chiese ed enormi piazze. Nella Real Villa de Teguise, la città reale di Teguise, il tempo sembra essersi fermato 600 anni fa. Nel 1428 Maciot de Béthencourt costruì la prima città coloniale delle Canarie sulle rovine di un antico insediamento majo, dandole il nome della moglie, una principessa majo. Fino al 1852 Teguise fu il capoluogo di Lanzarote e potenti famiglie, come gli Herrera e i Feo Peraza, vi fecero costruire alcuni eleganti palazzi. Molti si chiederanno il motivo per cui la città sorge su un altopiano lontano dal mare, dove soffiano i freddi venti alisei, il cielo è spesso nuvoloso e la temperatura è sempre più bassa rispetto alla costa. La risposta era conosciuta già dagli antichi abitanti dell’isola: in inverno la pioggia, elemento indispensabile per la vita, scorreva dalla vicina montagna Guanapay e veniva raccolta in un’enorme cisterna sotterranea, la Gran Mareta.

In seguito gli spagnoli, considerando l’entroterra un luogo più sicuro contro gli attacchi dei pirati, fecero costruire un’imponente fortezza, il Castillo Santa Bárbara, proprio accanto al Guanapay. Niente di più sbagliato! Teguise fu costantemente presa d’assalto dai pirati che arrivavano dal mare: nel 1586 i corsari algerini fecero un massacro che è ricordato con una targa nella “via del sangue”, il Callejón de Sangre, dietro la chiesa di Nuestra Señora de Guadalupe. Nel 1618, poi, Teguise fu vittima di un incendio, sempre a causa dei pirati. Pertanto, gli edifici più antichi visibili ancora oggi risalgono solo al XVII secolo, ma rimangono di una rara bellezza: e dal 1973 il patrimonio storico di Teguise è sotto la tutela dei beni culturali. Oggi la città ha una doppia vita. Durante la settimana l’atmosfera è tranquilla: gli isolani e i numerosi stranieri che vivono qui si mescolano con i turisti che affollano i locali alla moda più raffinati e animano i graziosi negozietti. La domenica, invece, è il giorno del mercato e la folla è incontenibile.

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