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L’Argentario, un tesoro da riscoprire

francesco giro

Francesco Giro

La penisola nella Penisola. Il promontorio dell’Argentario è un tesoro (lo dice il nome stesso) troppo spesso sottovalutato. Il suo mare si fa apprezzare sotto mille aspetti diversi: baie nascoste, spiagge sabbiose, insenature di sassi, maestose scogliere, acqua cristallina. I suoi borghi, da Porto Santo Stefano a Porto Ercole, colorano le calde serate estive. Ma anche le strade panoramiche, le tracce della dominazione spagnola, la riserva naturale della Feniglia… Insomma: in questo angolo di paradiso tra Lazio e Toscana c’è un tesoro da scoprire. O riscoprire.

I paesi

Porto Ercole è un agglomerato di casette arroccate ai piedi dell’imponente fortezza spagnola. Il cuore del borgo è piazza Santa Barbara, che grazie ai balconi fioriti e alla vista sul porto offre un vero e proprio scenario da cartolina. La rocca spagnola è oggi chiusa al pubblico in quanto abitata, ma si può comunque raggiungere il suo ingresso per godere di una veduta spettacolare sulla baia. Gli altri due bastioni che esaltano la storia e la maestosità di Porto Ercole sono Forte Filippo e Forte Stella: quest’ultimo, il più piccolo dei tre, e l’unico accessibile ai visitatori. Passeggiando per il variopinto paese non può mancare una tappa al Bar del Porto o – se amate il rito dell’aperitivo – una sosta allo storico Baretto, contornati dalle barche ormeggiate e dal rosso del tramonto.

Porto Ercole. Credits StevanZZ / Shutterstock
Porto Ercole. Credits StevanZZ / Shutterstock

Porto Santo Stefano è un luogo di villeggiatura che affonda le proprie (apprezzatissime) radici molto lontano, addirittura al tempo dell’Impero romano. Il centro abitato si estende tra due porti, uno commerciale – da cui salpano i traghetti per le isole del Giglio e di Giannutri – e uno più turistico, placido, “da passeggio”, che prende il nome di porticciolo della Pilarella. Sicuramente il luogo ideale per un break rilassante, seduti al tavolino di uno dei tanti locali, assaporando un piatto della cucina locale (da non perdere la tradizionale pizza con acciughe e cipolla).

Orbetello è forse il più classico paese della Maremma, capace di riunire in sé attrazioni naturalistiche, enogastronomiche e archeologiche. A partire dalla laguna che la circonda, classificata Oasi WWF e situata lungo le rotte migratorie di numerose specie di uccelli. Seguendo il perimetro del centro storico è ancora possibile scorgere lunghi tratti di mura etrusche, insieme alle maggiori attrazioni locali: la polveriera Guzman, il palazzo del Governatore, il duomo e le chiese di Santa Maria delle Grazie, San Francesco e San Giuseppe. Se poi avete voglia di immortalare dall’alto Orbetello, la laguna, e il paesaggio dell’Argentario, vi consiglio di salire al convento dei Padri Passionisti: una passeggiata tranquilla, immersa nel verde lussureggiante della Maremma.

L'antico mulino spagnolo nella laguna di Orbetello. Credits Daniele Novati / Shutterstock
L'antico mulino spagnolo nella laguna di Orbetello. Credits Daniele Novati / Shutterstock
Le spiagge

A nord, dalla Giannella a Porto Santo Stefano, si trovano spiagge alla portata di tutti, molto adatte anche ai bambini. Al di fuori di questo tratto gli accessi al mare diventano più impegnativi (e di conseguenza meno affollati). La spiaggia che mi sento di consigliare assolutamente è quella della Cacciarella, piccolissima, sabbiosa e incastonata in una cornice di scogliere. È interamente libera, senza stabilimenti: il luogo ideale per praticare indisturbati lo snorkelling. notevole (ma non per chi soffre di claustrofobia) è anche la Grotta del Turco: leggenda vuole che alcuni pescatori di Porto Santo Stefano si rifugiarono qui per sfuggire a un'incursione dei pirati saraceni.

A ovest, la proposta è più articolata: Cala Grande è la spiaggia più frequentata dalle imbarcazioni perché particolarmente riparata. L’acqua cristallina e l’assenza di stabilimenti balneari non sono un incentivo solo per gli amanti dello snorkelling, ma – ahimè – anche per i barcaioli: bellissima, dunque, ma evitabile per questo motivo. Cala del Bove è formata da soli scogli, seppur levigati e comodi: la mancanza della sabbia è un deterrente per molti bagnanti, famiglie in primis, quindi la spiaggia è vivibile anche durante l’alta stagione. Infine, Cala del Gesso, da raggiungere categoricamente con calzature comode lungo un percorso difficile e abbastanza ostico, ma senza dubbio fattibile visto quello che ci aspetta una volta scesi: semplicemente, la spiaggia più bella di tutto l’Argentario. Anche qui niente sabbia ma ciottoli ben levigati, che rendono l’acqua a dir poco cristallina.

Cala del Gesso. Credits Jaro68 / Shutterstock
Cala del Gesso. Credits Jaro68 / Shutterstock

A sud, la caletta meno conosciuta è quella dei Sassi Verdi: di nome e di fatto, vedere per credere. Poco più avanti si trova la spiaggia del Mare Morto, così soprannominata perché una barriera naturale di scogli racchiude un bacino di acqua stagnante. Di fronte, a rendere la vista impagabile, l’Isola Rossa e la natura incontaminata del golfo. Infine, vi consiglio la spiaggia delle Cannelle, dove è situata l’omonima torre di avvistamento iniziata nel Quattrocento dalla Repubblica di Siena ma terminata, un secolo più tardi, dagli spagnoli. A differenza delle due spiagge citate in precedenza, qui il fondale è sabbioso, mentre la spiaggia è rocciosa. Fil rouge, l’acqua trasparente. Un sogno per i bagnanti.

La spiaggia della Feniglia al tramonto. Credits Elena Odareeva / Shutterstock
La spiaggia della Feniglia al tramonto. Credits Elena Odareeva / Shutterstock

A est, il litorale di Spiaggia Lunga, sovrastata dal Forte Stella, è ben riparato dai caldi venti estivi. Una cornice di tutto rispetto! Nei pressi dell’Hotel Pellicano troverete un ripido sentiero che in circa un quarto d’ora vi porterà alla spiaggia di Acqua Dolce, tranquillissima e immersa nel verde. In generale, tenete a mente che sul versante orientale dell’Argentario il sole tramonta piuttosto presto alle spalle del monte: sono quindi spiagge da vivere soprattutto la mattina, dato che dalle 17 sono già totalmente in ombra. L'ultima tappa di questo tour alla scoperta dell’Argentario non può che essere la spiaggia di Feniglia: calma, spesso desolata, all’ombra della pineta… ma non solo! Alcuni storici concordano sul fatto che la morte di Michelangelo Merisi – alias Caravaggio – sia avvenuta proprio qui. Tant’è che all’ombra dei pini marittimi si nasconde una stele che ricorda il geniale artista.

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