Lazio, ripartire dai borghi: Trevignano Romano, gemma sul Lago di Bracciano
Finita la fase della pizza fatta in casa, concluso il momento del fitness fai da te, archiviato l’hashtag #iorestoacasa, è giunto il momento del “revenge travelling”, anche se adesso il viaggio sembra aver acquisito un nuovo valore.
Ho letto che la maggior parte di persone non vuole tornare ai ritmi frenetici pre-covid e soprattutto non ha voglia di ricominciare con il “fast tourism”. Ora è il momento del turismo lento e consapevole, il momento di tornare ad apprezzare il nostro paese: inizia sì la fase in cui si riprende a viaggiare ma a piccoli passi.
Noi abbiamo scelto di ripartire da un delizioso paesino della Tuscia romana, Trevignano Romano. Questo è un piccolo borgo sito a nord del lago di Bracciano, sulle pendici del Monte di Rocca Romana. Costruito su una rupe di lava, il paese dell’agro romano è una piccola gemma da scoprire.
Si inizia visitare il paese dalle rovine della Rocca dei Vico: il castello (o quel che ne resta) sprigiona un grande fascino. Edificato nel 1200, sorge su una ripida altura di tufo ed è passato in mano agli Orsini che lo hanno reso più possente: dopo il successivo abbandono, è stato per anni in balia delle intemperie. Negli ultimi tempi, grazie ad alcuni lavori di riassestamento, la Rocca è raggiungibile attraverso un sentiero che parte dal piazzale antistante la Chiesa della Madonna Assunta in Cielo. Da qui si gode di un suggestivo panorama sul lago, un punto strategico da cui lo sguardo spazia fino a vedere Anguillara.
Ma a Trevignano si va soprattutto per passeggiare nelle piccole vie del borgo medievale e camminare lungo il bel lungolago alberato di quasi 3 km. Si sceglie uno degli stabilimenti attrezzati, siti lungo la parte balneabile, che hanno contribuito a far ottenere alla località il riconoscimento di bandiera blu come località lacustre.
Stesi sui lettini si odono rumori diversi, non c’è il fragore tipico delle onde marine. Al lago si possono vedere i rassicuranti confini di terra, senza essere intimiditi dalla distesa infinita del mare. Sulla riva fanno poi capolino cigni e papere. Tutto è quiete e relax.
Per una sosta si sceglie uno dei tanti ristorantini con vista lago e si gusta il persico o il coregone, accompagnati da una succulenta pinsa trevignanese con cipolla, pomodoro e pecorino. Per bere si può optare per uno dei tanti vini locali freschi provenienti da una delle tre viti locali: secondo gli autoctoni, infatti, il nome di Trevignano si riferisce alle tre viti che compaiono nello stemma del comune (anche se questa versione pare non abbia una vera e propria attendibilità).