Le miniere degli Etruschi: alla scoperta del sottosuolo della Maremma
Dimenticate per un attimo l’azzurro del mare, il bianco luccicante delle spiagge, il verde dei boschi secolari e l’oro dei campi di grano che si muovono al vento durante l’estate. Immaginate di scendere sotto terra, far abituare i vostri occhi all’oscurità e ritrovarvi in un mondo diverso, più buio, ma non meno brillante. Quello che vi propongo è un itinerario alla scoperta di una Toscana inedita, tra necropoli e tunnel sotterranei.
Rame, piombo e argento sono i materiali che per secoli sono stati estratti da un vastissimo territorio oggi compreso all’interno di un vero e proprio parco minerario. La zona di San Silvestro fu sfruttata sin dai tempi degli Etruschi che qui scavarono a mano lunghe gallerie sotterranee. Da allora l’estrazione e la lavorazione dei minerali reperibili in zona è continuata nel corso delle epoche. A dimostrarlo c’è Rocca San Silvestro, antico villaggio medievale di minatori, ma anche il Museo delle Macchine Minerarie e dei Minatori che racconta una storia ben più recente.
Il Parco Archeominerario di San Silvestro, alle spalle di Campiglia Marittima, non è il classico museo, ma un percorso didattico a cielo aperto che ripercorre la Storia delle miniere dal tempo degli Etruschi ai giorni d’oggi. Adulti e bambini si divertono scendendo nel sottosuolo prima a piedi, poi con un trenino minerario e, infine, riemergendo per esplorare un borgo fantasma.
Qui la Storia non si studia, ma la si vive!
Anche il Parco Archeologico di Baratti e Populonia si presenta come un grande museo a cielo aperto e anche in questo caso l’unicità del luogo sta in una visita esperienziale in cui si entra in diretto contatto con la Storia.
Populonia fu l’unico centro etrusco ad essere stato costruito sul mare. I resti dell’antica città dei “signori della Maremma” si confondono con la più recente città romana. Lo sguardo, dall’Acropoli, spazia sul mare e scorge in lontananza l’Isola d’Elba, importante giacimento di ematite al tempo degli Etruschi. Ma siamo qui per altro.
È alle Necropoli di Baratti, infatti, che si ritorna a scendere nel sottosuolo maremmano per scoprire le antiche tombe del popolo etrusco: maestose sepolture monumentali e più modeste tombe a camera si ergono dal terreno che luccica ancora grazie alle scorie ferrose accumulate qui nel corso dei secoli.
Centomila ettari di Parco che si sviluppa su sette Comuni. Il Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane non è solo uno dei più importanti parchi minerari d’Europa, ma è un sistema nato per preservare e valorizzare la lunga storia della metallurgia e delle attività estrattive del Paese.
Storia, arte, ambiente, tradizioni e tecnica si fondono in tutt’uno all’interno di un percorso complesso e variegato, ma decisamente interessante. Qui è necessario decidere quale itinerario seguire: si può scegliere, ad esempio, uno dei minerali e seguirne lo sviluppo nel corso dei secoli. Rame, argento, ferro, allume, pirite e lignite possono essere il filo conduttore per visitare nuovi luoghi e osservare l’evoluzione della lavorazione dei vari metalli.
A Gavorrano, ad esempio, si possono visitare i vecchi impianti di estrazione di pirite. Qui si entra all’interno di una galleria sotterranea, un tempo deposito dei materiali esplosivi, e si ripercorre, passo dopo passo, le diverse fasi del lavoro minerario. Suoni, luci e video rendono l’immersione decisamente emozionante.
Il “vulcano buono”, così è soprannominato il Monte Amiata. Nel suo sottosuolo si trova uno dei giacimenti di cinabro più importanti del mondo. Questo minerale, raffinato, dà vita al mercurio.
Le gallerie, i pozzi e l’impianto di trasformazione sono oggi visitabili in parte con una visita guidata. Una delle tappe da non perdere è il centro di Abbadia San Salvatore. All’interno del museo si ripercorre la storia del mercurio dalla scoperta da parte degli etruschi fino al suo utilizzo nella contemporaneità. Il cinabro ha significato grandi cambiamenti verso la modernità per i villaggi e i borghi circostanti, ma anche tanti sacrifici e dolore.
Qui è possibile salire su un trenino originale per esplorare parte di una galleria in un percorso molto suggestivo che piacerà anche ai più piccoli.
Infine, se il mondo sotterraneo vi ispira, ma non siete sicuri di sentirvi a vostro agio camminando qualche metro sotto terra, allora vi consiglio una visita al Museo del Ferro e della Ghisa di Follonica.
Questo museo particolare percorre la storia del ferro dal tempo degli Etruschi ai giorni d’oggi, attraverso un percorso che mescola archeologia, scienza e tecnica, ma anche cultura e tradizioni legate alla lavorazione di questo metallo. La struttura museale è ospitata all’interno del Forno di San Ferdinando, dentro la città – fabbrica dell’impianto siderurgico di Follonica, attivo fino al 1960. Gli strumenti interattivi rendono l'esperienza adatta a grandi e piccini.
Spero che questo itinerario alternativo alla scoperta di una Maremma sotterranea legata agli Etruschi e alle miniere possa ispirare nuovi viaggi spinti da uno sguardo curioso che... non vuole fermarsi solo alla superficie!