Lucca, ottimi motivi per farci un salto
Lucca è un labirinto e da ogni angolo sbuca qualcosa di interessante: un giardino tranquillo, un ristorante grazioso, una gastronomia, un negozio di casalinghi e magari un paio di persone del posto che chiacchierano tra loro. È una combinazione magnifica di Medioevo, Rinascimento e XX secolo, di turismo e quotidianità.
Come ogni labirinto, anche Lucca ha un suo centro, ovale come l’anfiteatro romano che vi sorgeva in precedenza. Più tardi, in corrispondenza degli ingressi i commercianti di pesce e verdure ricavarono i loro magazzini. Oggi la zona ribolle come la zuppa lucchese di pesce fresco: persone a passeggio o intente a fare shopping incrociano camerieri e amanti del caffè. Gli alloggi in affitto, un tempo a buon mercato, hanno raggiunto prezzi altissimi.
I lucchesi amano definire la cinta muraria della propria città come una confezione di caramelle, lunga 4 km e alta 12 m, che contiene al suo interno tutto quello che serve: boutique, alberghi, trattorie, palazzi rosso mattone, case, scuole di musica, piazze, bar, musei, gli uffici pubblici e il carcere, l’università e un buon numero di chiese.
Il monumento funebre di Ilaria del Carretto (1408) è uno dei massimi capolavori di Jacopo della Quercia. Vi attende all’interno della Cattedrale di San Martino. Il sarcofago in marmo, delicato e realistico, lascia intuire quanto fosse benvoluta rappresentandola con quell’aria pacifica che tutti i cittadini di Lucca si auguravano potesse avere in cielo. Era la nobildonna perfetta: bellissima, dolce, coscienziosa. Diede alla luce un figlio e poi morì alla nascita della figlia.
Anche il Volto Santo arricchisce di storia il duomo romanico: nel XII secolo la reliquia lignea attirava a Lucca molti pellegrini, oggi il crocifisso è oggetto di venerazione e a settembre viene portato in processione per le vie della città.
Con la sua facciata marmorea a cinque piani, su cui troneggia l’arcangelo Michele, l’edificio suscita meraviglia già dall’esterno. Anche il ricco allestimento interno, con opere di Andrea della Robbia e Filippino Lippi, ha il suo perché.
A questa torre crescono gli alberi in testa! Di proprietà della ricca famiglia Guinigi, commercianti, è l’unico elemento rimasto dello skyline medievale di Lucca. I lecci vi crescono almeno dal XV secolo.
Impossibile venire a Lucca e non portarsi a casa un paio di forme del pane della tradizione. Paliamo del buccellato, un vero e proprio dolce che si prepara tutto l’anno, ma è particolarmente legato a manifestazioni come l’Esaltazione della Santa Croce e il Palio della Balestra, che si tiene in settembre. Uva passa, anice, uova e spesso qualche tocco personale del mastro fornaio. Sì, il buccellato (il nome deriva dal latino buccella, boccone) ha origini antichissime ed è protagonista di un adagio lucchese: “Chi viene a Lucca e non mangia il buccellato è come non ci fosse mai stato”. Sappiatevi regolare. Ancora una cosa: del buccellato esiste anche la variante siciliana, ma questo non ditelo qui a Lucca.