Maiorca: dove le Baleari mettono tutti d’accordo
L’isola più grande delle Baleari (estesa su quasi 3.700 chilometri quadrati) è anche quella con il più variegato patrimonio culturale, paesaggistico e d’intrattenimento. Scordatevi la mondana monotonia di Ibiza e la piatta calma di Formentera: Maiorca è il migliore mix di tutto ciò che le Baleari hanno da offrire.
Fondata dai Romani nel 123 a.C., Palma è il capoluogo delle Baleari nonché il principale centro dell’isola di Maiorca. Le spiagge sono facilmente accessibili (e quasi tutte attrezzate), mentre la vita notturna – vivacissima nella città vecchia e in quella nuova, sviluppata lungo il porto – si concentra intorno ai numerosissimi bar, discoteche e ristoranti. Al contrario di tutte le altre località spagnole, in cui la cena cade risaputamente nelle ore più tarde della serata, a Palma, forse anche per accontentare i tanti (troppi) turisti inglesi e tedeschi, già alle 21 farete fatica a trovare una cucina aperta. Sapevatelo. Allo svago mondano e al relax delle spiagge potrete far seguire una visita ai monumenti più importanti: i Bagni arabi, la Cattedrale gotica e il Palau dell’Almudaina sono simboli del glorioso passato della città.
Ma il profumo e i colori della vera Maiorca potrete scovarli solo tra le viuzze dei suoi paesini, custodi delle tradizioni storiche e culturali dell’isola. Villaggi come Estellencs, Valdemossa o Deià mostrano ancora una struttura medievale perfettamente conservata, fatta di abitazioni semplici e poco appariscenti. Dopo Deià, procedendo verso est, si incontra Lluc, centro spirituale in cui i maiorchini venerano l’immagine della patrona dell’isola, Santa Caterina Tomás. Infine, nella zona nord, meritano una visita anche le più turistiche Sóller e Pollença.
Nonostante le suggestioni che questi borghi offrono, alcuni di essi non sono riusciti a scampare all’urbanizzazione selvaggia: lungo la costa, in una triste alternanza con le tipiche abitazioni maiorchine, negli anni sono sorti hotel, ristoranti e bar per accogliere i turisti. Per fortuna basta allontanarsi di pochi chilometri: la natura incontaminata regna ancora sovrana a Maiorca.
Un paragrafo a parte lo merita l’affascinante Cap de Formentor. Lasciando la località di Pollença e proseguendo verso nord-est si arriva alla penisola di Formentor, una lunga lingua di terra che finisce direttamente nel mare, tra scogliere e insenature da pelle d’oca. Le opzioni a questo punto sono due: raggiungere il faro a piedi (ovviamente la più indicata se siete alla ricerca di belle vedute) o in bus (se invece avete poco tempo e altrettanta poca voglia di faticare). Il percorso a piedi, infatti, non è semplice né veloce, ma offre panorami da mozzare il fiato, come quello che si può ammirare dalla scogliera del Mirador des Colomer. Proseguendo nel percorso giungerete alla meta, il promontorio roccioso di Cap de Formentor, sul quale si erge austero il faro. Aggrappato su uno strapiombo, esso domina il paesaggio circostante: se avete fatto bene i calcoli, potrete gustarvi un cocktail sui tavolini dell’adiacente bar di fronte a un tramonto che – credetemi – ricorderete per sempre.
Il litorale di Maiorca presenta un paesaggio ossimorico: da un lato le montagne della Sierra de Tramuntana, che si tuffano tra le onde del Mediterraneo, dall’altro la dolce costa, con spiagge e cale tra le più belle di tutto l’arcipelago. Sulla costa nord, proseguendo da est a ovest, si passa da zone altamente urbanizzate (e turistiche), con spiagge attrezzate affollatissime (come la baia di Pollença), ai litorali sabbiosi e lunghissimi della zona occidentale, ideali per una giornata all’insegna del relax, tra cui Port de Sóller.
La costa sud, invece, alterna situazioni di – a mio avviso – insostenibile “pienone” (Manacor a est e Palma a ovest) a piccole calette incontaminate, sia di sabbia sia di sassi, assolutamente perfette per il viaggiatore più wild.