Maiorca, le migliori escursioni: sulla rotta del cielo e su quella dell'inferno
Di solito sì viene a Maiorca per godersi il mix ben riuscito di spiagge e locali notturni, celebre in tutto il mondo. Un approccio interessante, ma forse riduttivo, perché il territorio dell’isola si presta a molte escursioni nella natura. Ecco le nostre preferite, che ci porteranno lungo itinerari vari come i sentimenti umani: ci troveremmo su sentieri serviti un tempo a loschi traffici o diretti verso luoghi a dir poco paradisiaci.
Questa tranquilla camminata utilizza un antico sentiero di contrabbandieri per andare da Banyalbufar a Port des Canonge e ritorno. Lungo tutto il percorso il mare turchese brilla in basso tra le fronde verdi degli alberi.
A seconda della stagione, sul ciglio del sentiero fiorisce l'erica violetta, maturano i frutti color rosso fuoco dei corbezzoli o i verdi ginebrés, dalle cui bacche si distilla un ottimo gin.
Il momento top: poco dopo la partenza, si intravede di lontano Banyalfubar, con le sue terrazze di origine araba su cui crescono rigogliose verdure e uva malvasia. Il cammino attraversa una zona ricoperta di lecci, in cui si ripropongono alcuni mestieri da tempo scomparsi. Potete ammirare una sitga, un rifugio di forma rotonda nascosto tra i giunchi utilizzato dai carbonai che dovevano restare giorno e notte sul posto. O le rovine di un forn de calg, una fornace per la produzione della calce dove gli uomini bruciavano le pietre calcaree per poter poi imbiancare le loro case. In modo quasi impercettibile il sentiero comincia dolcemente a scendere. Dopo circa mezz'ora si raggiunge una maestosa parete di roccia.
Si parte da Sineu e attraverso Es Pla, l'ampia pianura nell'entroterra, si raggiunge il profondo sud dove incontrerete isolani che con il turismo hanno a che fare solo in modo indiretto. Sul percorso non mancano naturalmente spiagge stupende. Il punto di partenza è Sineu, nel centro geografico di Maiorca. Tutti i mercoledì i contadini arrivano da ogni parte dell'isola per il più antico e importante mercato dell'isola. Chi arriva molto presto può assistere alle contrattazioni per la compravendita di mucche, pulcini, pecore e maiali.
Il momento top: dal centro del paese di Sant Joan, seguite l'insegna con la scritta Els Calderers che indica il magnifico podere omonimo, che è un po' come un museo delle antiche fincas (tenute). Una grande cantina testimonia il tempo passato, quando la viticoltura era molto redditizia, un'epoca a cui mise fine a inizio '900 la piaga della filossera, il temibile insetto parassita. Oggi finalmente le vigne hanno ripreso terreno e sono belle anche da vedere.
La bella passeggiata che permette di raggiungere l'Eremo di Betlem, sulla costa orientale, è un'immersione nella natura senza troppa fatica. La parte iniziale è esposta al sole e in salita, ma già dopo pochi metri offre una bella vista sulla baia di Alcudia. Poi la passeggiata si fa un po' più ripida e sale in larghe curve, seguendo il corso di uno spumeggiante ruscello di montagna. In primavera sarete accompagnati dal ronzio delle api adagiate sui profumati cespugli di ginepro e rosmarino, nonché dal piacevole cinguettio degli uccelli.
Il momento top: l'arrivo alla costruzione nota come Ermita de Betlem. L'eremo e i giardini fanno l'effetto di un'oasi, in particolare se ci si è appena lasciati alle spalle la strada tutta curve e il paesaggio brullo di Puig de sa Font Crutia. Nel 2010 gli ultimi monaci dell'eremitaggio si sono trasferiti nel convento del loro ordine a Palma. È possibile visitare la cappella, alla quale si arriva percorrendo un viale di cipressi, e il Mirador, da cui si apre un'ampia vista sulla baia di Alcùdia. La vicina sorgente Sa Font è il luogo perfetto per un picnic.