Milano, passeggiata tra Magenta e Sant'Ambrogio: spiritualità e geniali colpi di pennello
La zona residenziale più suggestiva di Milano – così afferma chi ci vive – inizia da Corso Magenta, che si estende in direzione ovest rispetto al centro. Questa è anche una delle aree più verdi della città. Gli eleganti palazzi hanno un’aspetto perlopiù discreto, nonostante alcuni dispongano di magnifiche terrazze panoramiche sul tetto e siano spesso abbelliti da aiuole e piante rampicanti. Chi abita in questa zona frequenta i numerosi caffè che la popolano, come ad esempio la storica Pasticceria Marchesi, all’inizio di Corso Magenta. Per strada si incontrano gruppi di studenti che frequentano l’Università Cattolica mentre si recano a lezione negli edifici intorno a Sant’Ambrogio. Il quartiere ha molto da offrire, tra cui uno dei massimi capolavori artistici mondiali: L’ultima cena di Leonardo da Vinci.
Per ammirare il celebre capolavoro leonardesco bisogna prenotare in anticipo, via internet o per telefono. Poi (dopo aver passato diversi controlli e aver lasciato le vostre borse prima di entrare nella sala) si accede per 15 minuti con altre 25 persone al refettorio del monastero domenicano di Santa Maria delle Grazie in cui è conservato. Leonardo ha lavorato a quest’opera dal 1495 al 1498. Ha ritratto il momento in cui Gesù ha annunciato ai discepoli, divisi in tre gruppi e increduli di fronte alla notizia, il futuro tradimento di uno di loro. Le grandi dimensioni dell’opera, alta 4,2 m e lunga 9,1 m, furono rivoluzionarie per l’epoca (fino ad allora la scena era stata rappresentata solo su tele o superfici molto più piccole), tanto che il dipinto è considerato una vera e propria pietra miliare nella storia dell’arte. Il gioco delle mani intrecciate conferisce drammaticità all’opera, così come la disposizione scenica, quasi teatrale, e la vivacità cromatica.
Ancora prima che Leonardo terminasse il suo lavoro circolavano già alcune copie. Nonostante ciò l’opera, a causa della singolare tecnica sperimentale utilizzata (dipinto parietale a tempera grassa su intonaco), incompatibile con l’umidità dell’ambiente, versa da secoli in un cattivo stato di conservazione, migliorato nel corso di uno dei più lunghi e capillari restauri della storia, durato dal 1978 al 1999, che lo ha riportato alla versione originale, ripulendolo di aggiunte fatte successivamente.
Prima monastero benedettino, poi caserma militare e infine, dal 1953, uno dei più grandi musei della scienza e della tecnologia d’Italia, con molte scoperte che possono essere sperimentate in modo interattivo, progetti ideati da Leonardo e un sottomarino. Con un’area attrezzata con tavoli, sedie e distributori di snack e bevande.
La chiesa di questa magnifica struttura rinascimentale costruita a partire dal 1503 era divisa in due parti, una destinata al pubblico, l’altra alle monache dell’ordine benedettino. Oggi sono entrambe accessibili attraverso il grande ciclo di affreschi realizzato da Bernardino Luini e dai suoi allievi (1522-29), noto come la Cappella Sistina di Milano. Vi si organizzano spesso concerti e vi è custodito l’organo più antico della città, un Antegnati del 1554. Nel chiostro è stato allestito il Museo Archeologico. Nella cripta e nel giardino vi sono resti del periodo romano. Tra i reperti ricordiamo anche pezzi greci, romani (con un grande modello dell’antica città di Milano) ed etruschi.
La basilica a tre navate dedicata al patrono della città, le cui spoglie mortali sono conservate nella cripta, è il più importante monumento di epoca paleocristiana e medievale della città, nonché modello per molte altre chiese romaniche lombarde. Il sacello di San Vittore in Ciel d’Oro (dopo l’ingresso a destra vicino all’altare) è una cappella edificata nel 470 nota per i magnifici mosaici che decorano le pareti e la volta a botte, dove è rappresentato Ambrogio con altri santi. Interessante anche il tesoro della basilica, con un gruppo di sculture del XV secolo. La chiesa di oggi è in gran parte quella del XII-XIII secolo. La disputa tra monaci e canonici relativa all’uso dell’altare ha portato alla costruzione di due torri: sulla sinistra il Campanile dei Canonici, del XII secolo, e sulla destra il Campanile dei Monaci, del IX secolo. Magnifico il quadriportico conosciuto come l’atrio di Ansperto.
Questo monastero domenicano è il concorrente di Sant’Eustorgio, con una chiesa iniziata in stile tardogotico a una navata e poi continuata da Bramante secondo il gusto rinascimentale, a partire dal 1492 (cupola, coro e chiostro). Fatta costruire da Ludovico il Moro alla fine del XV secolo, vi lavorarono molti grandi artisti tra cui Leonardo da Vinci. Nel chiostro bramantesco si innalza la fontana delle rane e in primavera fioriscono le magnolie. Qui, su prenotazione, potete ammirare L’ultima cena di Leonardo.
Il genio del Rinascimento italiano ha lasciato molte sue opere al capoluogo lombardo, non solo il famoso Cenacolo custodito nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Leonardo da Vinci arrivò a Milano all’età di 30 anni, nel 1482 e vi rimase fino al 1502: progettò piazze e sistemi d’irrigazione, migliorò le fortificazioni del Castello Sforzesco, costruì una vigna e fece studi tecnici e scientifici di ogni tipo. Per il duca ideò anche un monumento equestre in bronzo che tuttavia non venne realizzato subito a causa dell’arrivo dei francesi nel 1499 e del successivo dominio straniero. Solo 500 anni più tardi un finanziatore americano fece realizzare l’opera. Al Museo della Scienza e della Tecnica a lui dedicato si possono ammirare oltre 130 modelli storici costruiti studiando e interpretando i suoi disegni.
Il Palazzo delle Stelline, uno dei palazzi storici di Milano, sorge di fronte alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Nasce come monastero delle suore benedettine di Santa Maria della Stella e dal 1600 si converte in orfanotrofio femminile (le stelline), da cui il nome del palazzo. Dal 1986 è sede della Fondazione delle Stelline e ospita mostre di grande rilievo internazionale, tra cui ricordiamo quelle dedicate a Chagall, Picasso, Rousseau e Sander.