

Norvegia: alla scoperta dei fiordi con i mezzi di trasporto locali
L’aria è silenziosa, sottile: si muove solo per le piccole vibrazioni generate dall’onda leggera del mare, che arriva su questa sponda attutita dal lungo viaggio, e per lo sbattere lontano delle ali di un uccello che ha ripreso il volo dopo essersi posato sul pelo dell’acqua. In lontananza si coglie il ritmico scrosciare di un torrente che casca giù da un ripido pendio, l’unico suono concreto e continuo che, in mezzo al silenzio, percepisco mentre resto seduta in questo angolo di Norvegia a osservare.
L’altro suono, che si solleva a intervalli regolari ma ben distanziati, è quello della sirena della piccola imbarcazione che fa la spola per accompagnare i turisti tra le insenature del lungo fiordo. A proposito di barche e di mezzi di trasporto: nella pianificazione di un viaggio in Norvegia il tema degli spostamenti non è affatto banale. La conformazione del territorio presenta un continuo susseguirsi di montagne e di tratti di mare che, in un itinerario on the road, si superano con agili passaggi in battello o attraverso gallerie di superficie e sottomarine. Una volta sul posto, poi, scoprirete altre opzioni. E sarebbe un peccato non provarle!

Una delle più affascinanti modalità di viaggio in Norvegia è la ferrovia, in particolare la tratta che collega Oslo e Bergen, 500 chilometri di pura bellezza: davvero un ottimo modo per scoprire questa regione dell’entroterra. A ogni stazione è possibile scendere ed esplorare i dintorni: sull’Hardangervidda si può fare trekking, uscire in bicicletta e partecipare a tour guidati, mentre al Bjørneparken avrete modo di avvicinare animali come orsi, linci e renne. A Myrdal la linea incrocia la Flåmsbana, anch’essa molto panoramica: nel giro di un’ora copre un dislivello di più di 800 metri tra Myrdal, in montagna, e Flåm, sul fiordo. Su entrambi i lati del vagone si aprono paesaggi emozionanti: da un lato gole rocciose da cui sgorgano cascate, dall’altro verdi vallate punteggiate di fattorie variopinte, che non perdono il loro fascino neppure sotto il cielo plumbeo e la pioggia leggera.

Il primo approccio con Bergen, città circondata da sette colli come Roma, è legato al mare: lo storico quartiere Bryggen attrae frotte di turisti che sbarcano dalle navi da crociera e vanno ad arricchire la sonorità di lingue di cui brulica il mercato del pesce. Sarebbe però un peccato fermarsi qui. Salendo sulla Fløibanen, la funicolare cittadina, si raggiunge in pochi minuti una zona collinare in cui è piacevole perdersi. Basta inoltrarsi lungo uno dei sentieri segnalati per lasciarsi alle spalle la folla dei turisti e godersi una passeggiata o un trekking con vista sul fiordo. Al ritorno, meglio scendere a piedi per passeggiare tra le vie che si snodano sulle colline, sbirciando con discrezione nella quotidianità degli abitanti.

In attesa di imbarcarsi per una crociera sul Lysefjord, una passeggiata a Gamle Stavanger, quartiere popolare e museo a cielo aperto di Stavanger, è un tuffo nel passato. Le case bianche in legno, vecchie di due secoli, si affacciano su vie acciottolate, con vasi di fiori e gatti paciosi alle finestre: uno spaccato di vita norvegese che sembra uscire da un dipinto. E da un dipinto paiono sbucare anche i paesaggi che incorniciano il porto: i verdi isolotti sono spesso così piccoli che ospitano una casa e un piccolo molo, con nidiate di bambini che giocano su un fazzoletto di prato.
L’entrata del Lysefjord è spettacolare: a destra le rocce sono più morbide e basse, e si scorge qualche fattoria. A sinistra si innalzano formazioni elevate, a strapiombo, di cui quella più famosa è il Preikestolen, o “Pulpito”: è accessibile solo a chi non soffre di vertigini, come le caprette che si scorgono, intrepide, aggrappate ai fianchi scoscesi del monte.

La Atlanterhavsveien cambia volto a seconda che il sole del Nord faccia brillare la superficie del mare calmo, o che la pioggia renda scivoloso l’asfalto mentre le onde si infrangono sui parapetti. In ogni caso questa strada lunga nemmeno dieci chilometri, scandita da arditi ponti che collegano piccoli isolotti, va percorsa in un senso e poi nell’altro: solo così si gode pienamente delle vedute che spaziano tra il mare aperto e l’entroterra più riparato.
La sirena mi avverte che il battello è arrivato. Lo guardo un attimo, indecisa se imbarcarmi. Poi sposto lo sguardo sulle impervie curve che si arrampicano su un lato del fiordo, a Geiranger. Sarebbe un peccato non raggiungere la Trollstigveien, una delle strade turistiche nazionali… Dopo si ritorna sul mare aperto, a Kristiansund, uno dei porti di imbarco di Hurtigruten, il mitico postale dei fiordi: dopo aver assicurato per più di un secolo la comunicazione tra le varie regioni della Norvegia, è oggi anche uno dei mezzi di trasporto più utilizzati dai viaggiatori per scoprire questa terra.