Pompei ed Ercolano: viaggio in un passato più vivo che mai
Vi è mai capitato di visitare un luogo e sentirvi rapiti dalla sua storia, trasportati in un altro tempo? Esplorare gli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano vi permetterà di vivere questa esperienza, sarà come attraversare una porta spazio-temporale che vi condurrà nell’anno 79 d.C., pochi attimi prima della catastrofica eruzione del Vesuvio.
Nonostante che tutto sia stato soffocato da metri e metri di cenere, fango, lava, è come se queste due cittadine fossero solo addormentate, come se la vita fosse stata sospesa e non distrutta. Iniziamo insieme questo breve viaggio attraverso le meraviglie riportate alla luce dagli archeologi, un patrimonio immenso che non esiste in nessun altro luogo del pianeta. Sarà un’esperienza veramente unica e indimenticabile.
Entrando nel Parco archeologico liberate la mente dai problemi quotidiani e lasciatevi andare, utilizzate tutti i vostri sensi e rimarrete strabiliati per le emozioni che questo luogo trasmette. Mentre camminate lungo le strade lastricate osservate ciò che vi circonda perché qui ogni cosa è unica, ogni oggetto è rinato dalla cenere grazie al lavoro di mani esperte e delicate.
Partiamo proprio dalle strade: noterete i solchi lasciati dalle ruote dei carri e le curiose strisce pedonali rialzate, per evitare di bagnarsi o sporcarsi i piedi in caso di pioggia.
Man mano che vi inoltrerete nella città scoprirete le “Domus”, le case dei Pompeiani. Alcune sono più semplici, altre più ricche, in ogni caso è stupefacente come si siano conservate. Dipinti meravigliosi alle pareti, mosaici, cortili, fontane e giardini rendono perfettamente l’idea di come questa civiltà amasse essere circondata dal “bello” in ogni sua espressione. La casa del Fauno, la casa del Frutteto o la casa del Menandro sono solo alcuni esempi che vi lasceranno senza parole.
Menzione speciale merita la Villa dei Misteri, leggermente fuori dal centro cittadino. I suoi splendidi dipinti, famosi in tutto il mondo, non hanno eguali: ammirare colori e dettagli di queste opere d’arte è davvero emozionante.
Osservando botteghe e tabernae si immagina come si svolgeva la vita quotidiana e si resta meravigliati nel vedere gli strumenti di lavoro ritrovati, come quelli utilizzati dai fornai o dai falegnami.
Le piazze erano luogo di incontri e scambi e la più grande, il Foro, ha una spettacolare vista sul Vesuvio. Qui si facevano affari, si acquistava cibo, si pregava, si facevano comizi: il foro era il fulcro della vita cittadina.
Il Teatro è grandioso, in ottime condizioni, una vera bellezza; non è difficile immaginare gli attori recitare sul palco e la gente applaudire dalle gradinate.
E poi ci sono loro…donne, uomini, bambini strappati alla vita dalla furia del vulcano. Di queste persone sono state ritrovate solo le impronte dei corpi nella cenere solidificata. Grazie all'intuizione di un archeologo, è stata iniettata in quei solchi della calce che ha permesso di ottenere una forma tridimensionale delle impronte. Sono apparsi volti, mani, corpi abbracciati nel disperato tentativo di sopravvivere. Osservandoli ci si rende conto di quello che può essere stato, della paura e della sofferenza, della speranza di salvarsi…questi calchi racchiudono l’ultimo il soffio della loro vita. Commovente e straziante. Eppure queste persone sono ancora lì, non se ne sono mai andate. Camminando tra vicoli e vie noi abbiamo avuto la sensazione di vederle parlare, sorridere, giocare, lavorare. Una sensazione strana quanto inspiegabile che ci ha fatto comprendere quanto questa città, nonostante tutto, sia ancora viva!
Meno blasonata di Pompei ma ugualmente magnifica, Ercolano mostra altri stupefacenti dettagli. L’ingresso agli scavi è sopraelevato e permette una visione di insieme della città splendida oltre le aspettative. Qui l’eruzione si è manifestata in modo differente: dal Vesuvio non è arrivata la cenere, ma materiale piroclastico rovente, a più riprese.
Uno strato di circa venticinque metri di magma, rocce, fango e gas ustionanti si sono riversati sulla città, ricoprendola completamente, uccidendo ogni forma di vita…assolutamente inimmaginabile! Questo insieme di materiali si è solidificato formando una roccia dura, che ha impedito all’acqua, durante i secoli, di penetrare e deteriorare il materiale organico; infatti, rispetto a Pompei, alimenti e legno sono conservati meglio.
Osservate l’eleganza delle abitazioni, le splendide botteghe dei fornai e le tabernae, dove si poteva pranzare o acquistare cibo da asporto, come il nostro moderno street food.
La casa dei Cervi è una delle domus di Ercolano più belle, è elegante e signorile. Deve il suo nome a due statue di cervi assaliti da un branco di cani, ritrovate nel giardino. Bellissimo il porticato coperto, con affreschi e piccoli dipinti di nature morte.
Non mancano certamente le terme tanto amate dai romani: qui erano a picco sul mare, con mosaici a pavimento e soffitti a botte, un altro esempio di pura bellezza.
All'epoca dell’eruzione, Ercolano era in riva al mare, ora si trova arretrata di quasi un chilometro a causa dell’enorme quantità di materiale eruttato dal Vesuvio. Il vulcano ha completamente modificato la morfologia del territorio. Intere famiglie cercarono un riparo al porto ammassandosi nei fornici, i garage dove venivano riposte le barche dei pescatori, in attesa di lasciare la città via mare. Purtroppo i gas e il tremendo calore le uccisero istantaneamente, senza lasciare scampo. All'interno dei fornici sono stati trovati moltissimi scheletri.
La villa dei Papiri è uno dei gioielli più preziosi ed è ancora parzialmente sepolta, sotto più di 25 metri di detriti vulcanici. La cosa stupefacente è che nella casa è stata ritrovata una biblioteca che contiene quasi duemila papiri carbonizzati; grazie a moderne tecnologie è stato possibile recuperarne alcune parti e leggerne i contenuti…un miracolo, un vero miracolo! La villa non è ancora aperta al pubblico.
La moderna Ercolano è in parte costruita sopra l’antica città romana, per questo motivo molti tesori resteranno sepolti per sempre, inglobati nella roccia vulcanica. Una città nella città, passato e presente intrecciati, un viaggio nel tempo senza fine.