Il fascino di Rodi. Viaggio nell'isola simbolo del Dodecaneso
Le isole del mediterraneo sono tutte interessanti e molte di esse nascondono – in modo più o meno deciso – molte leggende che le avvolgono di ancora più fascino, come vi ho raccontato nel mio articolo per questo sito. Una delle più affascinanti è senza dubbio Rodi.
Rodi è l’isola più grande del Dodecaneso e la sua storia si perde nella notte dei tempi. Il suo nome, con tutta probabilità, deriva dal greco ῥοδον (rhodon) che altro non è che la rosa, il fiore profumato che, da tempo immemore, dà una forte connotazione al territorio di Rodi. Che siano state le rose o la mitica storia del Colosso di Rodi, ciò che è lampante è quanto Rodi sia sempre stata un luogo fortemente turistico, anche ai tempi in cui il turismo - così come lo conosciamo noi - è nato.
Il Colosso di Rodi era una delle sette meraviglie del mondo antico e non è arrivato fino ai giorni nostri, ma si è nutrito di mito e leggenda. Altro non era che un’enorme statua del Dio Elio, posta sulla sommità dell’acropoli più importante dell’isola. Si dice sia stata costruita come torre d’assedio durante l’invasione di Alessandro Magno in epoca ellenistica. Doveva essere alta circa 32 metri ma un terremoto la distrusse nel 226 a.C. Non fu mai ritrovata, nemmeno a pezzi, e le spiegazioni plausibili sono tante: si dice, infatti, che i blocchi di cui era costruita vennero venduti a pezzi nelle epoche successive. Quel che è certo è che il Colosso di Rodi è entrato nell’immaginario collettivo. Avete mai provato a vedere un kolossal (chissà da dove deriva questa parola!?) americano degli Anni ‘50 ispirato a qualche mito antico?
Se, in epoca antica, fu il Colosso il testimonial ufficiale dell’isola di Rodi, nel XX Secolo bastò la mitica penna di Agatha Christie a far felici gli albergatori della città. Per dirla tutta, la grande Agatha fu la fortuna del primo tour operator della storia: Thomas Cook. Molti dei racconti con protagonista Hercule Poirot si svolgono in quelle località prese d’assalto dai turisti nobili provenienti dall’Inghilterra. Un viaggio sull’Orient Express non era proprio per tutti e nemmeno una vacanza a Rodi. Nel suo Quattro casi per Hercule Poirot (in origine Murder in the Mews and Other Stories) del 1937 uno dei racconti è lo spettacolare Triangolo a Rodi. In quella storia c’è posto per tutti: dalla moda dei vacanzieri dell’epoca, ai cocktail da ordinare, agli alberghi da frequentare, alle gite da fare a Rodi in giornata. Con tanto di omicidio, ovviamente. Agatha Christie era una vera e propria influencer ante litteram e fece molta della fortuna turistica di Rodi.
Quei racconti di Agatha Christie vennero tradotti in Italia per la prima volta nel 1991. Perché così tanto tempo dopo l’edizione inglese? La risposta mi porta dritta a raccontarvi un altro aspetto della “vita” di Rodi attraverso i secoli: lo sapevate che sull’isola c’era una colonia italiana? Dopo la Grande Guerra, l’Italia conquistò le isole del Dodecaneso e vi mandò dei coloni che restarono lì fino al 1947. Nel libro della Christie si parla di questo fatto. Durante il Ventennio, non si volle far pubblicare il libro in Italia. Se vi capitasse mai di organizzare un viaggio a Rodi, passate da Portolago e non stupitevi del sentire parlare ancora italiano.
Dal passato permeato dalla leggenda del Colosso al Novecento, fatti di viaggiatori capaci di portarsi via bauli su bauli di vestiti fino ad arrivare agli italiani lasciati a vivere in Grecia (non vi viene in mente Mediterraneo di Salvatores?), Rodi è una di quelle isole che non stanca mai. E chissà quante altre storie ispirerà in futuro.