Un anno in viaggio con Dante: 12 gite nei luoghi della Commedia
Il 2021 segna i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, avvenuta a Ravenna nel settembre del 1321. Quando si spense, il Poeta era già molto celebre e la sua dipartita dal mondo dei vivi l’ha reso praticamente immortale! Ripercorrere alcuni dei luoghi legati alla sua biografia e spesso citati nella Divina Commedia, è un modo splendido per ricordare la sua opera e per partecipare un po' anche noi della sua eterna grandezza. Ci aiuta il fatto che Dante fu un grande viaggiatore, come testimoniamo molti suoi versi: egli usò, infatti, i suoi ricordi del mondo che aveva conosciuto per raccontare e dare un’immagine tangibile dei luoghi descritti nelle tre cantiche del Poema. Quelle che stiamo per raccontarvi sono 12 gite fuori porta o, se volete, piccoli viaggi da fare in Italia per celebrare, mese per mese, il padre della nostra lingua.
C’è chi sostiene che i luoghi in cui i grandi scrittori e poeti del passato hanno scritto le loro opere portino in qualche modo impresso il segno del loro genio e della loro ispirazione. Lo è sicuramente il Castello di Soave, in Veneto. Questo maniero è uno dei gioielli dell’eredità che gli Scaligeri hanno disseminato in gran parte della provincia di Verona, e non solo. Arroccata sopra un borgo altrettanto interessante, la fortezza era la residenza in cui Cangrande della Scala ospitò il suo amico Dante Alighieri, quando iniziò l’esilio del poeta. La leggenda vuole che il famoso incipit “Nel mezzo del cammin di nostra vita…” sia stato scritto all’interno del castello, così come parte dell’Inferno. Un altro luogo, facilmente raggiungibile da Soave, dove Dante ha scritto i suoi versi è la Biblioteca Capitolare di Verona.
Restiamo nell’ambito dell’Inferno Dantesco. Nel VII Cerchio, Dante racconta di una frana che lo accoglie mentre sta per entrare nel Basso Inferno. L'autore sicuramente aveva visto quella frana con i suoi occhi e tutto ciò che ebbe modo di osservare è ancora visibile al giorno d’oggi. Basta raggiungere una zona a poca distanza dal centro di Rovereto dove si trova quella che viene chiamata – per l’appunto – la Ruina Dantesca. La frana è ancora visibile (la si nota anche percorrendo l’autostrada del Brennero, più o meno all’altezza del casello di Rovereto sud, sul versante destro della valle). La cosa bella di questo luogo? Non è famoso solo per Dante, ma anche perché custodisce le orme dei dinosauri. Su alcune rocce della valle sono ben visibili le impronte di quei grandi esseri preistorici. Questo è davvero un posto capace di stupire.
Ezzelino da Romano fu un nobile del XIII Secolo che terrorizzò l’Europa. Egli era un ghibellino sostenitore assoluto dell’Imperatore Federico III e regnò su gran parte del Veneto. Ezzelino mise a ferro e fuoco e atterrì mezza penisola italica: Dante lo menziona nell’Inferno e lo colloca giustamente tra i violenti. Commedia a parte, le terre su cui dominarono gli Ezzelini costituiscono una bellissima parte di Veneto. Si potrebbe iniziare la visita da Bassano del Grappa per poi proseguire verso Asolo e Possagno. Un on the road tra ville, arte e storia degno delle terzine più ispirate del Poeta.
Per raccontare la forma fisica del Purgatorio, Dante si ispirò a una montagna più unica che rara che si trova sull’Appennino Tosco-Emiliano, in provincia di Reggio Emilia. La Pietra di Bismantova è definita da alcuni la “Ayers Rock” italiana, per la sua forma particolare che spicca in mezzo alla zona in cui si trova. Si dice che Dante passò di lì nel 1306. Camminare e fare trekking nei pressi della Pietra è davvero una bella esperienza, anche ai giorni nostri. Da unire sicuramente alla gastronomia della zona: chissà come si mangiava ai tempi di Dante...
Dante vide – dicono – la Pietra di Bismantova perché era in cammino verso la Lunigiana. Questa parte della Toscana, che comprende sia la provincia di Lucca sia quella di Massa-Carrara, è uno splendore per gli occhi e il cuore. Non solo: la zona è davvero ricca di luoghi da visitare e di sentieri da percorrere. Nel comune di Mulazzo esiste anche un centro studi danteschi con tanto di museo dedicato al grande poeta. Da non perdere, un passaggio per Pontremoli proprio per ammirare le famose antiche pietre incise con la testa a forma di Luna, manufatti che danno il nome alla zona stessa.
Quando si studia l’Inferno, non si vede l’ora di arrivare al canto XXXIII, il penultimo prima di passare a miglior regno, ovvero al Purgatorio. Dante arriva proprio nel fondo dell’abisso e lì trova il Conte Ugolino della Gherardesca, famigerato potente di Pisa. Dopo aver descritto la tragica morte per fame di Ugolino e dei suoi figlioli nella torre pisana della Muda, Dante non risparmia nemmeno la città toscana e le riserva una furente invettiva, che inizia con le infuocate parole: "Ahi Pisa, vituperio de le genti...". Al di là delle parole dure di Dante, Pisa è certamente una città che merita più di un viaggio. Sarà bello camminare lungo l’Arno e riascoltare i versi che Dante scrisse citando il fiume. A sette secoli di distanza la sua ira si sarà placata?
La Romagna andava a genio, se così possiamo dire, a Dante Alighieri. Proprio in questa regione, Dante potrebbe aver conosciuto Beatrice (a Portico di Romagna) e, in seguito, ebbe sicuramente molto da dire su Forlì all’interno dell’Inferno. Non solo: Dante riserva delle parole anche a Bertinoro, un paese che potremmo definire un vero e proprio balcone sulla Romagna. A Bertinoro si trova ancora oggi la colonna dell’ospitalità. La località era conosciuta in passato per il fatto di ospitare chiunque passasse di lì. Bastava scendere da cavallo e legare l’animale a uno degli anelli della colonna che ancora oggi si vede al centro del paese. Ogni anello corrispondeva alla casa di una famiglia: in questo modo si sceglieva quella che avrebbe ospitato il viandante. La cosa, però, non accadde quando Dante passò di lì...
Le Foreste Casentinesi, che segnano il confine tra Romagna e Toscana, sono un luogo ideale dove recarsi in piena estate. Gli alberi rigogliosi creano la giusta ombra per vivere al meglio ogni pomeriggio estivo. Dante parla di questi luoghi sia nel Purgatorio che nel Paradiso. Le Foreste del Casentino sono il luogo in cui si trovano due tra i luoghi francescani importanti: La Verna e l’Eremo di Camaldoli. Da vedere anche al di là della pura passione dantesca.
Non si può parlare di un anno da passare con Dante Alighieri senza dedicare almeno qualche giorno a Firenze. In città ci sono tantissime cose da vedere pensando a Dante. Si può iniziare dalla sua casa natale per arrivare alla Chiesa di Santo Stefano in Badia, dove nacque il “mito di Dante” per opera di Giovanni Boccaccio che, per primo, definì “Divina” la Commedia, compiendo letture pubbliche del capolavoro di Dante. Una curiosità: nell’Archivio di Stato di Firenze c’è ancora il documento che condanna Dante all’esilio.
Fiorenzuola di Focara è un piccolo comune in provincia di Pesaro, uno di quei gioielli in cui puoi arrivare quasi per caso e poi vieni incantato dal paesaggio che vedi. Dante cita questo luogo così raccolto nel canto XXVIII dell’Inferno, facendo menzione al vento che senti da queste parti. Si dice che Dante vi sia giunto nel suo eterno viaggiare durante l’esilio e che, arrivato lì, abbia avuto prova dell’ospitalità locale quando un fornaio gli aprì la propria casa dandogli ospitalità.
Il penultimo mese dell’anno solitamente non è un momento in cui – a furor di popolo – si celebra l’amore. Novembre, però, è quel mese capace di scaldare il cuore con i colori del foliage. Un luogo che, ugualmente, riempie lo spirito di tutti i viaggiatori – moderni o del passato – è, senza dubbio, Gradara. La rocca di Gradara fu sede di una delle storie d’amore più celebri del Medioevo: quella tra Paolo e Francesca. Quello dedicato allo “amor c’ha nullo amato, amor perdona” è uno dei versi più famosi della Commedia. Visitare il castello e lasciarsi avvolgere dai colori della vegetazione autunnale, magari mentre si guarda verso il mare, è un’esperienza capace di commuovere anche il cuore più severo.
Un anno in compagnia di Dante, viaggiando in lungo e in largo per l’Italia non può che terminare dove la vita stessa del Sommo Poeta si è conclusa: la città di Ravenna. Visitare la tomba di Dante è un'esperienza da vivere almeno una volta nella vita e, già che si è a Ravenna, vale davvero la pena di lasciarsi conquistare dalle bellezze della città. Del resto, i mosaici di Sant'Apollinare in Classe e di Galla Placidia sono spettacolari e pare che siano stati ammirati anche da Dante stesso. Non stupisce che abbiano ispirato, secondo i critici, molte visioni del Paradiso. Se amate la natura, esplorate anche la Pineta di Classe (la ritroverete nel canto XXVIII del Purgatorio, dove è descritto il Paradiso Terrestre), qui vicino a Ravenna, e l'attigua area lagunare di Pialassa della Baiona.