Viaggio in Emilia: un’estate tra pianure, colline e montagne
Immaginiamo questo articolo come se fosse una piccola sceneggiatura di un film. Esterno giorno, paesaggio emiliano in piena pianura. Sole, tanto sole: davanti a noi c’è la campagna, quella che ricorda le terre raccontate in Novecento di Bertolucci…
Le balle di fieno sono disposte regolarmente sui prati già color oro. Le ombre proiettate dal sole sono decise e le cicale cantano. Nessuno in giro. Questa è l’immagine tipica dell’estate emiliana. Quando si pensa all’Emilia-Romagna in versione estiva, si tende a immaginare la riviera romagnola che, come ben dice l’aggettivo “romagnola”, è l’espressione di una sola parte di questa grande regione del nord Italia. Quelli che sto per raccontarvi sono, invece, tre luoghi tipicamente “emiliani” da esplorare in un pomeriggio estivo: uno nella “bassa”, uno in collina e uno in montagna. Perché, se è pur vero che la Riviera Romagnola è un gran posto, è anche pienamente provato che l’Emilia “ di terra” può dare tanto.
Hai presente quei paesini di cui non si sa nulla (o poco) e che poi, visitandoli, si rivelano qualcosa di pazzesco? Nonantola, in provincia di Modena, è proprio così. Si tratta di un piccolo paese non distante da Modena dove potrai trovare un’abbazia ristrutturata da poco e davvero interessante.
Forse “interessante” è davvero ancora poco. Nel momento del suo massimo splendore tra XI e XII Secolo, l’Abbazia di Nonantola era uno di quei posti dai quali si faceva il bello e il cattivo tempo su tutte le terre circostanti. Era, in poche parole, il centro di potere politico-religioso più importante del nord Italia, con tanto di forti legami col Sacro Romano Impero. Lo stesso Carlo Magno, qualche secolo prima, era solito tenere una buona corrispondenza con l’abate.
Oggi l’Abbazia di Nonantola si visita gratuitamente e si pagano 5€ per entrare nel museo, che si trova a un centinaio di metri dalla porta dell’Abbazia. Entra e lasciati stupire. Alla fine della tua visita non farai fatica a trovare una buona trattoria dove mangiare gnocco fritto e tigelle, le specialità del posto.
Il Castello di Torrechiara, in provincia di Parma, è uno di più belli tra quelli raccolti sotto il nome di “Castelli del Ducato”. Storicamente parlando, le province di Parma e Piacenza hanno sempre costituito un “gruppo” a sé rispetto a Bologna, Modena e Reggio Emilia. Tra Parma e Piacenza ci sono ancora molti castelli visitabili, alcuni davvero famosi.
Visitare il Castello di Torrechiara è un bel modo per scoprire quanto bello e vario possa essere il paesaggio emiliano. Da una delle torri del castello si può ammirare, infatti, la pianura che si apre davanti a noi. Questo maniero sorge in epoca medievale, ma ha il suo massimo sviluppo nel XV Secolo. La visita è molto coinvolgente perché, oltre al castello, si può passeggiare tra le vie del borgo sottostante, luogo dove ora ci sono molti ristoranti da provare. L’ingresso al Castello di Torrechiara costa 5€ e li vale davvero tutti.
Molti la considerano la Ayers Rock dell’Appennino Tosco-Emiliano e, in effetti, un po’ lo è. La Pietra di Bismantova è un monte che si trova a circa un’oretta di strada da Reggio-Emilia, sulla direttrice che porta a “scavallare” gli Appennini e raggiungere la toscana.
Il luogo è coinvolgente ed è proprio impreziosito dalla presenza di questa immensa roccia che si erge nel mezzo di un altipiano. Spicca davvero per la sua conformazione geologica che la rende così celebre. Dante la descrive nel IV Canto del Purgatorio della Divina Commedia.
Cosa si può fare da quelle parti? Mettersi gli scarponi e iniziare a conoscere l’Appennino Tosco-Emiliano. C’è un sentiero per salire sui prati che disegnano la cima della Pietra, oppure si può passeggiare nei dintorni di questa grande roccia, su sentieri semplici e adatti a tutti. Un bel modo per legare la parola “Emilia” al termine “montagna”. Un binomio non comune, ma sempre di tutto rispetto.