Viaggio a Londra: a caccia di indizi su Sherlock Holmes
In giro per Londra a un certo punto vi sembrerà di essere osservati… In quel gentiluomo impeccabile che fuma la pipa riconoscerete una figura familiare, anzi, famosissima.
Per le strade della capitale britannica, infatti, si aggira ancora oggi uno dei suoi miti più leggendari: il ‘consulting detective’ Sherlock Holmes. Giocate d’anticipo e siate voi a cercarlo, seguendo il filo delle inchieste create da Sir Arthur Conan Doyle. E se ad un tratto il personaggio vi sembrasse fin troppo reale, non stupitevi. Secondo un sondaggio, oltre il 20% dei cittadini britannici è convito che Holmes sia veramente esistito.
Benvenuti al St Bartholomew’s Hospital, Londra. Qui, “in un ampio stanzone tappezzato da un’infinità di recipienti di vetro, con tanti bassi tavoloni gremiti di provette e becchi Bunsen”, avviene il primo incontro tra Sherlock Holmes e il Dottor Watson. Ed è qui che il detective, rivolgendosi al futuro amico, con una reazione immediata e istintiva che rivela già tutto del suo carattere, pronuncia la frase che contiene la sua prima deduzione a noi nota: “Vedo che è stato in Afghanistan”. Conan Doyle ci racconta tutto nel primo romanzo dedicato a Holmes, Uno studio in rosso.
L’ospedale ha una storia antichissima, è stato fondato nel XII secolo e si trova nella City of London. Per i londinesi è un’istituzione, quasi un vecchio amico: lo chiamano familiarmente Barts. Anche gli autori della serie TV con Benedict Cumberbatch nei panni di Sherlock Holmes si sono ricordati di questo luogo, perché alcune scene cruciali sono girate proprio sul tetto dell’antico ospedale.
Una cosa che accomuna le pagine di Oscar Wilde a quelle di Arthur Conan Doyle è il sapiente uso dell’ironia. Se le similitudini vi sembrano finire qui, preparatevi a una chicca. Sherlock Holmes e Dorian Gray, infatti, sono nati nella stessa circostanza e nello stesso luogo. Al Langham Hotel, albergo londinese in attività dal 1865 nel quartiere di Marylebone, nell’agosto del 1889 si incontrarono Conan Doyle, Wilde e il redattore della rivista Lippincott’s Magazine, al quale i due promisero la stesura di due romanzi. Mantennero la parola e nacquero Il ritratto di Dorian Gray e Il segno dei quattro. Una targa al Langham Hotel ricorda… il lieto evento.
Con un tocco di pudore tipicamente vittoriano, quando si trattò di dare una collocazione allo studio di Sherlock Holmes, Conan Doyle scelse una via ben nota ai londinesi, ma collocò il detective a un numero civico inesistente. All’epoca Baker Street si fermava al n. 85, mentre Holmes nella finzione letteraria si ritrovò ad abitare al 221B. Anni dopo, quando i numeri della via furono riassegnati, il 221B divenne realtà e capitò in sorte a una palazzina in stile art déco, sede fino a inizio Millennio della Abbey Road Building Society. Come prevedibile, quando la società iniziò a ricevere lettere dai fan di Holmes, decise di approfittarne sistemando una targa di bronzo e promuovendo la realizzazione di una statua del detective nei pressi della metro di Baker Street.
La numerologia non è finita: lo Sherlock Holmes Museum, aperto nella stessa strada, si trova al 239, ma è così a ridosso del 221B che vi servirà tutta l’attenzione di Holmes per accorgervi dell’ennesimo scarto nella numerazione.
Ammettiamolo, non sempre nelle pagine di Conan Doyle la polizia di Sua Maestà, incarnata dagli uomini di Scotland Yard, fa una bella figura. La lentezza mentale dell’ispettore Lestrade serve proprio a far risaltare i lampi di genio di Holmes. Nella realtà, ovviamente, la polizia britannica ha ben pochi rivali in fatto di efficienza e organizzazione e, udite udite!, mostra pure uno humor tipicamente inglese. Il data base dei criminali, infatti, si chiama Home Office Large Major Enquiry System (acronimo di Holmes). Per nulla elementare, vero? Ancora una curiosità da spendere con gli amici: in nessuna pagina di Conan Doyle Holmes si rivolge a Watson dicendo: “Elementare”. Quella formula magica è un’invenzione successiva di serie TV e cinema.
Già, ma perché Scotland Yard si chiama così? Il nome deriva dal luogo in cui in passato aveva sede la polizia di Londra, ovvero Great Scotland Yard, una via nel quartiere di Westminster. Westminster, per altro, ci interessa da vicino: qui, in Upper Wimpole Street, si trovava il primo appartamento di Conan Doyle, dove fu scritto Uno studio in rosso.