Viaggio in Maremma grossetana: 10 esperienze per scoprire una gemma toscana
Il Mar Tirreno che si infrange sugli scogli o lambisce spiagge sabbiose delimitate da pinete. E poi il vasto entroterra, il luogo ideale per fare passeggiate a cavallo, seguire le orme dei butteri, i cowboy di questo territorio, o salire con leggerezza in sella a una Vespa. La Maremma è il far west italiano rivisitato in stile contemporaneo: ha tutto il fascino di una terra di frontiera, ma non impone alcuna rinuncia a chi cerca un luogo in cui vivere bene, tra resti di antiche civiltà, natura grandiosa ed esperienze enogastronomiche indimenticabili. Ecco 10 idee ed avventure per calarsi subito nello spirito del luogo.
L'acqua che si insinua dal Tirreno e che discende con moto contrario e antagonistico il corso del Fiume Bruna: è lei la protagonista del territorio maremmano tra Castiglione della Pescaia e Grosseto. Passare da qui, un centinaio di anni fa, significava verificare di persona i versi della celebre canzone popolare: "Tutti mi dicon Maremma Maremma / Ma a me mi sembra una Maremma amara / L'uccello che ci va perde la penna / Io c'ho perduto una persona cara..."
Il rischio di prendere la malaria, che imperversava su questi terreni paludosi veicolata dalla famigerata zanzara anofele, era concreto, e non solo vivendo qui, ma anche passando in viaggio, magari durante una tappa verso Roma del celebre Grand Tour. Poi arrivarono le bonifiche, soprattutto quelle del secondo dopoguerra, e la Maremma divenne veramente mamma per i suoi appassionati abitanti, a metà tra contadini e marinai, e per i turisti che oggi ne godono la bellezza arrivando da ogni dove.
Iniziate a scoprila, questa bellezza maremmana, esplorando la suggestiva zona umida della Diaccia Botrona, una riserva che la gente del posto chiama semplicemente il 'padule', con uno dei meravigliosi scambi di consonante che i toscani fanno, questa volta sull'umile termine 'palude'. Si chiama 'Diaccia' perché i cacciatori un tempo nelle battute d'inverno la trovavano piuttosto fredda, 'Botrona', in modo quasi dantesco, perché il 'botro' è parola toscana per indicare un fossato o una fossa. Etimologia suggestiva... da decenni, per fortuna, la Diaccia è una zona libera dalle zanzare della malaria. Anche per questo vi consigliamo di esplorarla al tramonto con una delle visite guidate. Farete incontri ravvicinati con l'avifauna che vive qui: sterne, spatole dal curioso becco, fenicotteri rossi e, di recente, rari esemplari di falco pellegrino, una specie che era scomparsa e che è stata reintrodotta dall'uomo con amore e pazienza. E 'a giro' rasoterra? Beh, non mancano le volpi e gli onnipresenti cinghiali, abilissimi nuotatori e ospiti affezionati della palude.
Munitevi di macchina fotografica, scarpe comode, crema solare in estate e iniziate la visita dalla suggestiva Casa rossa, fatta edificare dall'ingegnere gesuita Ximenes nella seconda metà del Settecento, quando il Granducato di Toscana avviò i primi importanti lavori di bonifica del territorio. Con la sua curiosa forma, la Casa sembra un'astronave atterrata in quel mondo remoto e arcaico che è ancora oggi la Diaccia Botrona.
Se non credete che col passare del tempo una località possa migliorare, fate un salto a Castiglione della Pescaia. Vero, nel corso dei secoli non sono mancate presenze illustri da queste parti, dai Piccolomini di Siena ai Medici fiorentini, senza dimenticare gli Etruschi, che prima di tutti scoprirono i vantaggi commerciali e abitativi di questo territorio tra mare e terra (più avanti vi parleremo di Vetulonia). Ma è soltanto nella seconda metà del Novecento, superato lo smacco di essere esclusa dal transito della ferrovia maremmana, che corre più all'interno tagliando fuori questo borgo, che qui a Castiglione esplose la vocazione vacanziera e balneare. Sì, l'Hotel Roma e il ristorante Miramare erano già apprezzati negli Anni Trenta, ma oggi questa cittadina ha ampliato esponenzialmente la proposta ricettiva e, senza snaturarsi, offre soluzioni di ogni tipo. Anche quando ci si infila il costume: troverete lunghi tratti di spiaggia libera, molto puliti e sorvegliati da bagnini sempre all'erta, una garanzia nelle giornate di vento e mare mosso.
Quando sarete stanchi del mare, noleggiate una bici per pedalare sotto la pineta, esplorate a piedi le vie dell'antico borgo abbarbicato sulla collina sotto la fortezza rinascimentale, oppure curiosate un po' per il porticciolo turistico, rendendo omaggio ad Ambrogio Fogar, che nel 1973 salpò da qui per la sua circumnavigazione del globo in solitaria. Se amate la letteratura, infine, visitate il piccolo cimitero che domina la collina, dove riposano le spoglie mortali dello scrittore Italo Calvino e della moglie Esther.
A volte viene da pensare che in ogni maremmano si nasconda un etrusco. Ve ne accorgerete dalla forma degli occhi e dal corpo esile di alcune persone, gli stessi tratti che si ritrovano nei manufatti dell'artigianato etrusco, uno su tutti la celebre statuetta della 'Ombra della sera' custodita a Volterra. L'ipotesi non è peregrina, perché qui in Maremma si è nel cuore dell'antica Dodecapoli etrusca, l'insieme di città che governavano il territorio ben prima dell'avvento dei romani.
La tappa da non mancare per ripercorrere un po' di questa illustre storia è il borgo di Vetulonia, che fa parte del territorio di Castiglione della Pescaia. Girate per le stradine silenziose e sempre un po' in salita, spaziate con lo sguardo verso la pianura sterminata e poi visitate il museo archeologico Isidoro Falchi, intitolato all'archeologo che nell'Ottocento, quasi per caso e inseguendo una profonda passione, riscoprì le origini etrusche di questi luoghi.
Osservandolo da Castiglione, il Monte Argentario ha una fisionomia così distinta e particolare da sembrare un'isola. Invece isola non è, perché lo collegano alla terraferma due strette lingue di terra, il tombolo della Feniglia e quello della Giannella. Il vantaggio non da poco è che ci si arriva in auto, anche se ben presto viene la voglia di scendere e di esplorare a piedi questo territorio quasi mistico tra la terra e il mare. Lasciatevi alle spalle Orbetello e la sua laguna, che pure meritano una tappa, e dedicate una giornata a girare per Porto Ercole e Porto Santo Stefano, i due borghi del Monte, il primo più appartato e dedicato a velisti e appassionati di immersioni, il secondo più aperto, salottiero e mondano. Sul tombolo della Feniglia rendete omaggio a Michelangelo Merisi da Caravaggio: il grande pittore, se le fonti non ingannano, morì da queste parti, durante un rocambolesco viaggio verso Roma, correva l'anno 1610.
Tra le colline metallifere vicine a Massa Marittima, il borgo-gioiello rinascimentale che meriterebbe un capitolo a sé, si trova il Lago dell'Accesa, solo all'apparenza piccolo specchio d'acqua dolce custodito tra dolci colline e vigneti. Questo lago è un luogo pieno di magia e molto amato dalla gente del posto. È così suggestivo da aver ispirato al giovane cantautore maremmano Lucio Corsi addirittura i versi di una canzone, La lucertola - animale leggendario che si nasconderebbe proprio nel lago, dove "l'acqua è senza onde, ma il riflesso ti acceca". La leggenda che da secoli si tramanda, canzoni a parte, è un po' più fosca: vuole che il lago sia senza fondo e che le sue acque abbiano inghiottito, nel Duecento, gli abitanti di un villaggio la cui unica colpa fu aver lavorato nei campi il giorno di Sant'Anna, protettrice dei mietitori... Sia come sia, oggi il lago dell'Accesa regala le sue acque al fiume Bruna, che ritroverete verso il mare, proprio a Castiglione della Pescaia.
Anche la Maremma ha la sua metropoli e l'unico errore che non dovrete commettere sarà di sottovalutarla. Partiamo da un primato e da un dato eloquente: quella di Grosseto è la provincia toscana più estesa ed ha una densità abitativa tra le più basse della regione. Tutto potrebbe fa pensare a un luogo di sosta per i cavalli del vecchio West, o a un'anonima fila di benzinai, pizzerie e centri commerciali, e invece no!, perché la città di Grosseto regala meraviglie a chi ha occhi e gusto per apprezzarle. Basta superare l'impatto un po' anonimo con la sua periferia, comunque ordinata e gradevole, e varcare le Mura Medicee per trovarsi all'interno di uno scrigno inatteso. E anche se il termine 'metropoli' va letto soprattutto nel senso di 'città di riferimento', come intendevano gli antichi greci, capirete subito che è questo il luogo che i maremmani cercano quando hanno voglia di scendere in città, fare shopping, bere un aperitivo e incontrarsi...
Domina tutto la silhouette della Cattedrale di San Lorenzo, in stile gotico senese. Intorno si aprono vie perfette per lo struscio, per godersi i lunghi pomeriggi maremmani, rendere omaggio allo scrittore Carlo Cassola, che visse qui, o conoscere meglio la fauna autoctona visitando il Museo di Storia Naturale della Maremma: le sue sale piene di luci, colori e animali faranno la gioia dei piccoli viaggiatori, e non solo. Tutto questo mentre vi ronzerà nella testa la domanda: perché non ci sono venuto prima?
Se per caso vi venisse in mente di verificare la vecchia convinzione per cui in Italia ad ogni colle corrisponde un borgo, anche in Maremma troverete facili, continue ed appaganti conferme. Basta alzare gli occhi verso i rilievi (che qui chiamano 'poggi') che incorniciano la vasta e assolata piana per trovare piccoli e preziosi paesi che spuntano quasi ovunque: una vera sfida per il viaggiatore amante della completezza. Visto che visitarli tutti è quasi impossibile, il consiglio è di seguire l'istinto e la fama di questi luoghi. Dopo aver fatto il bagno ai piedi del borgo antico di Castiglione della Pescaia, e aver rimandato l'appuntamento con la celebre Capalbio un po' più in là in questo articolo, puntate sicuri su Pitigliano, il paese scavato nel tufo che si trova quasi al confine col Lazio - e se arrivate dal nord della Toscana al termine di una strada di curve mozzafiato, da affrontare con prudenza e piacere sopraffino per la guida. Pitigliano è detta anche Piccola Gerusalemme, perché qui per volontà dei Granduchi di Toscana fu radunata una ricca rappresentanza israelitica. La presenza degli Ebrei sopravvive oggi soprattutto nella antica Sinagoga e in quei curiosi sigari commestibili detti 'sfratti dei Goym'. Sono dolci della tradizione tutelati da Slow Food e la loro origine ci riporta al Seicento, quando Cosimo II dei Medici trasferì gli ebrei del Granducato dai paesi circostanti a Pitigliano. Pare che il messo che veniva ad allontanarli dalle loro case bussasse alle porte con un bastone - il biscotto ne ricorderebbe la forma.
Altro borgo fantastico, vicinissimo a Grosseto, è la minuscola Montepescali: se siete cercatori di panorami, questa è la meta perfetta. Non a caso è detta 'Balcone della Maremma'. Lo sguardo spazia sulla fascia costiera, l'Arcipelago Toscano e nelle giornate terse, frequenti d'inverno, fino alla Corsica.
L'elenco dei borghi potrebbe proseguire all'infinito, ma non vogliamo privarvi di uno dei piaceri di un viaggio in Toscana: girate senza meta, provate a perdervi e lasciate che la serendipità vi porti a scoprire il vostro paesino del cuore.
Anche chi non ha la navigazione nel sangue dopo qualche giorno sulla costa maremmana sarà preso da una tentazione irresistibile. Le isole dell'Arcipelago toscano si aprono a ventaglio davanti agli occhi e le possibilità per una visita e un'escursione sono molteplici. Cominciamo da nord? L'Elba sarà l'obiettivo principale: la più grande delle isole dell'arcipelago è raggiungibile da Piombino con uno dei traghetti della Toremar, approdo a Cavo, Portoferraio o Rio Marina. Se cercate atmosfere più rarefatte, da qui potrete proseguire per Pianosa, che deve il nome alla superficie pianeggiante. Scrutando il mare verso sud, poi, la tentazione saranno l'Isola del Giglio, con le atmosfere medievali pressoché intatte di Giglio Castello, o la più remota Giannutri, con le acque cristalline della Cala dello Spalmatoio. Qualunque sia l'isola che vorrete scegliere, solo una cautela dovrete sempre portare con voi: sarete nel cuore del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, in un'area protetta che merita di essere rispettata e tramandata alle future generazioni.
Ammesso che non siate ospiti di uno dei vip che hanno eletto la divina Capalbio a luogo dell'anima, girerete per i vicoli di questo borgo fortificato del tutto indisturbati e, lontano dalle ore serali, incontrete solo qualche gatto e molte suggestioni del buon tempo che fu. Sarete vicinissimi al Lazio e dagli spalti delle mura medievali vi divertirete a lasciar fuggire lo sguardo verso le minacciose strutture portuali di Civitavecchia... ah, la modernità!
Quando avrete fatto il pieno di scorci suggestivi e messo a dura prova la memory card della macchina fotografica, puntate verso il mare, dove Capalbio vi premierà con la sua declinazione balneare. Tra il promontorio di Ansedonia, l'oasi WWF del lago di Burano e il confine laziale si estendono chilometri di costa splendida, con una particolarità: la rena nera della Spiaggia La Torba. Ricca di ferro e pesante, questa sabbia si deposita facilmente sul fondo e rende l'acqua del mare cristallina e trasparente.
In questa terra dalla personalità spiccata è lecito aspettarsi piatti intensi e memorabili. Così avviene, anche in questo la Maremma non delude. Mettetela alla prova con un piatto di tortelli e dimenticate i tristi sapori dei prodotti confezionati. I tortelli maremmani sono enormi e racchiudono un prodigio di semplicità: bietole, spinaci, ricotta, pecorino grattugiato... Ogni chef, e sicuramente ogni mamma e ogni nonna, ve li proporrà alla sua maniera, con l'aggiunta di un ingrediente segreto che sarete voi a scoprire e con la guarnitura di un sugo che sarà semplice pomodoro o ragù di cinghiale.
Terminata questa sintesi della cucina contadina, passate a qualcosa di più elaborato, a un piatto che mescola letteralmente tradizione popolare e cibi di giornata: è la scottiglia (o cacciucco di mare). Questa zuppa deve il nome dal fatto che le carni venivano scottate nel coccio prima di essere arricchite di vino e salsa di pomodoro. Anche in questo caso ogni volta sarà una scoperta, ma in genere vi troverete carne bianca e rossa, pollo, manzo, agnello e maiale, magari tacchino e nei giorni fortunati selvaggina, oltre al consueto ingrediente segreto dello chef che non saremo certo noi a svelarvi. Infine, un'ode alla semplicità, alla rudezza e all'arte di arrangiarsi della Maremma, che mai dimentica i suoi trascorsi austeri: provate l'acquacotta, un piatto leggero e impalpabile come l'acqua che ne è la base, ma saporito e consistente come tutto ciò che vi sarà aggiunto. La preparazione classica prevede sedano, cipolle, uova, tanto olio e pane raffermo.
E i vini? Non vi diremo che in Maremma non si beve, perché non ci credereste. Tra i bianchi provate il Bianco di Pitigliano, che deve molto alla terra tufacea che lo fa nascere, e tra i rossi è imperdibile il Morellino di Scansano. Saranno solo i primi calici, certo. Per provare a esaurire questo argomento, con piacevole e misurata ebbrezza, dovrete restare in Maremma per una vita.