Viaggio in Sicilia sud-orientale: oltre i luoghi del Barocco
La Sicilia sud orientale è famosa soprattutto per il tardo Barocco, i palazzi che al tramonto si colorano di luce dorata e le indagini di Montalbano. Ma oltre a tutto questo, la Val di Noto e i suoi dintorni regalano anche molto altro ai viaggiatori: luoghi di autenticità, storie appassionanti e quell'atmosfera particolare che appartiene solo alla Sicilia.
La mattina a Catania è il momento più vivace della giornata. Il centro si risveglia lentamente, al ritmo di caffè e cannolo, di una brioche inzuppata nella granita. Piazza Duomo è un crocevia per turisti e catanesi, i primi armati di fotocamere per catturare luci oblique sulla facciata della cattedrale e ai piedi di “U Litoriu”, l’elefante portafortuna della città. I secondi con borse della spesa e giornale sottobraccio. A pochi passi dall’ampia piazza, “La pescheria”, il più antico mercato cittadino, si anima tutti i giorni la mattina presto. È il regno del pesce migliore di Catania, dove azzardare un assaggio di ostriche freschissime poco dopo colazione, dove i mercanti espongono e gridano e tranciano grosse fette di tonno rosso come sangue. Un luogo dove respirare la Sicilia autentica, quella più viva.
A Siracusa il primo pensiero va a lui, il Duomo più bello della Sicilia, dove si incontrano millenni di storia, civiltà ed eventi naturali. La piazza ad arco lascia un senso di stordimento con i suoi palazzi e ricami in pietra, e allora si prosegue verso il mare, che si intravede da lontano oltre la chiesa di Santa Lucia. Superata la Badia si raggiunge la Fonte Aretusa, dove l’acqua dolce scorre a pochi metri dallo Ionio, un fatto misterioso che gli antichi greci spiegarono con il mito della ninfa Aretusa, non sapendo giustificare altrimenti questo fenomeno sotterraneo.
Sul perimetro dell’isola, il Lungomare regala piccoli litorali ai piedi delle mura, sul versante di levante. A Ortigia il mare è una sensazione, una dimora per l’animo, un rifugio dalla calura prepotente da raggiungere in ciabatte, senza pensarci troppo.
La città dorata, dove si viene continuamente distratti da un altro palazzo, una chiesa, una mensola. Dentro i luoghi del barocco, oltre le facciate di pietra calcarea resa dolce dal passare degli anni, si intrecciano storie di nobili e ordini religiosi che ricordano certe pagine del Verga.
I palazzi di Via Cavour e i conventi affacciati su Corso Vittorio Emanuele raccontano di tradizioni nobiliari, di fratelli minori consacrati al clero per proteggere il patrimonio, di sguardi malinconici lanciati sulla via da alte inferriate. E ancora, storie di “pisciari”, danarosi proprietari delle tonnare più a sud, che costruirono il più sontuoso palazzo di Noto anelando ad un riconoscimento gentilizio, finalmente.
A Noto il barocco non passa mai in secondo piano, ma i racconti che vi abitano lo rendono ancora più ricco, se possibile.
Come racconto nel mio blog, Modica è la città delle trasformazioni, della città Alta che si sposta verso il basso e poi di nuovo verso l’alto, dopo terremoti e alluvioni che ne hanno cambiato il volto a più riprese. Fra il Duomo di San Giorgio e quello di San Pietro, un centro che si arrampica sin dall’antichità sui quattro colli che la circondano, fatto di case-grotte scavate nelle montagne ornate di fichi d’india e piante di capperi.
A Modica fastosi luoghi di culto si alternano a scale e vicoli, in cui andare alla ricerca di perle meno celebrate della città. Vicino alla chiesa di San Pietro, la cappella rupestre di San Nicolò Inferiore, sopravvissuta al sisma del 1693; poco distante la casa natale di Quasimodo, in cui echeggia la voce del poeta, e quella di Tommaso Campailla, filosofo con una vocazione per la scienza, che nella propria cantina trovò un metodo per curare il “mal francese”, la sifilide.
È un mix di storia e architettura, luce e temperatura, sapori e dialetto a farci perdere la testa per la Sicilia. Scegliere la città più bella dopo un viaggio a sud est è difficile, se non impossibile. Ognuna è diversa a modo suo, risveglia sensazioni composite, fatte di luoghi abbaglianti e storie sullo sfondo, condite da sapori sfrontati con una punta di piccante.